Noi italiani dovremmo smetterla di tradurre i titoli dei film. Non è cosa nostra. Lo dico perché intitolare questo film "La neve nel cuore" significa raggirare un potenziale spettatore, scusate la rima. Chiunque si trovi d'avanti al trailer di una pellicola con Diane Keaton dal titolo così highsounding-radical-chic si aspetterebbe uno di quei drammi familiari struggenti, ben fatti, introspettivi; insomma una pellicola coi fiocchi (Appunto). Si aggiunga anche che il regista è quel tanto lodato Thomas Bezucha che strabiliò con il lungometraggio d'esordio "Big Eden" la critica statunitense ed europea e il danno è fatto.
In realtà il film si intitola "The family Stone" e già calano le aspettative. In realtà non è un dramma ma una commedia dalla vena profondamente malinconica ma mai triste. In realtà questo film pur essendo ambientato durante il periodo natalizio non è il solito panettone cinematografico. In realtà il punto dove voglio andare a parare è il seguente: questo film percorre chiaramente le direttive della commedia familiare e non brilla per originalità schematica ma vanta un cast di tutto rispetto e delle trovate divertenti.
Smessi i toppini succinti e le conversazioni erotico-intellettuali di "Sex and the city", Sarah Jessica Parker diventa Meredith, donna in carriera con fidanzato al seguito (Dermot Mulroney alias Everett). In vista del loro matrimonio, Everett la porta in visita presso la sua famiglia nel New Jersey ma la situazione non è delle migliori. Una patriarchesca Diane Keaton (Sibyl) insieme a suo marito Kelly (Craig T. Nelson) e ai suoi figli Ben (Luke Wilson), Amy (Rachel McAdams), Thad (Tyrone Giordano), Susannah (Elizabeth Reaser) non riesce ad instaurare un buon rapporto con la futura nuora. Quest'ultima chiama in suo aiuto la sorella Julie (Claire Danes) ma anziché armonizzare i rapporti tesi, il suo arrivo finirà con il complicare le cose. L'eplogo vede Everett abbandonare Meredith per sposare Julie.
Aldilà della trama che, come già affermato in precedenza non è di certo l'elemento tipizzante del film, ciò che lo rende interessante è sicuramente il profilo psicologico dei personaggi e il modo attraverso il quale questo cambia proprio tramite il confronto fra di essi. Inizialmente gli Stone si qualificano come una famiglia fuori dal comune sia da un punto di vista strettamente superficiale, in quanto è impossibile non rimanere colpiti dall'esorbitante numero di figli e figliastri che albergano in una sola casa sotto lo stesso cognome, sia perché hanno tutti una strana tensione verso l'affermazione di loro stessi sopra tutto e tutti: Sibyl si forgia di anticonformismo e non attaccata ad alcun tipo di tradizionalismo bigotto e lo palesa espressamente accogliendo in casa il compagno di colore del figlio gay, Amy ha un occhio vivacemente polemico una inclinazione alla critica spietata che neanche Claudia Vinciguerra e tutti si sentono uniti e forti all'interno di questo nucleo. Tuttavia l'indole che manifestano inizialmente è compromessa dall'arrivo di Meredith che tutti giudicano come la classica donna di città troppo presa dal suo lavoro e incapace di evadere dal sistema; cadendo nello stereotipo a discapito della loro supposta elevatezza d'animo.Tutti tranne uno, Ben, che finirà per sposare Meredith.
Bezucha però non è Dostoevskij e infatti sempre nell'ambito dei personaggi è semplice riscontrare delle brutture madornali, primo fra tutte la volontà di rendere tutti i personaggi protagonisti della vicenda, ma è impossibile e quindi si arronza un po' ritagliando ad ognuno delle scene mirate a tale fine (Troppo poco proporzionalmente all'obiettivo) tipo l'inutile presenza di Susannah, figlia maggiore e incinta di un secondogenito che viene ripresa in lacrime dinanzi alla televisione mentre guarda un tristissimo musical natalizio le cui parole sono un chiaro riferimento alla loro condizione (Sibyl è malata, sarà l'ultimo anno che passerà con i suoi familiari e dalla TV il musical canta delle parole che non ricordo per bene, il cui significato sicuramente era "...Un giorno ci incontreremo tutti, bisogna pazientare, per ora passa un buon Natale!") oppure l'innamoramento flash fra Julie e Everett. Si esagera anche un po' con il buonismo sfruttando un mix di diversità che ha poco di veritiero, al contrario appare costruito a tavolino. E' il caso di Thad, omosessuale, sordo e il suo compagno è di colore. Personalmente ci avrei aggiunto un po' di gobba, non si sa mai.
"La neve nel cuore" non è un film eccezionale ma sicuramente godibile. La Keaton è sempre al massimo e il resto del cast sembra trovarsi a suo agio, per cui nessuno delude davvero perciò gli diamo un 3 nell'euforia generale delle festività. Non vi aspettate di trovare il grande cinema, sia chiaro, ma qualora voleste passare del tempo in modo leggero, senza guardarvi porcherie, al caldo di una plaid a mettervi all'ingrasso con una fettona di Pandoro, mentre fuori nevica, allora questo fa al caso vostro.
Anticipatamente Buon Natale.
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