Ligotti o lo si ama o lo si odia. Personalmente lo ritengo un autore estremamente importante nella letteratura weird attuale anche se va approcciato con il giusto spirito. Lo scrittore americano è una sorta di “filosofo dell’orrore”, le sue influenze sono numerose e non riguardano necessariamente la letteratura del soprannaturale. Ha, in ogni caso, scelto l’estetica del racconto “weird” per dar voce alla propria poetica, in quanto ritenuta congeniale a veicolare le sue pulsioni e i suoi incubi. Fra gli scrittori horror preferiti cita Poe e Lovecraft anche se, stilisticamente, è forse più vicino al primo.

Anche in Nottuario emergono tutte le caratteristiche “ligottiane” che qui, in alcuni momenti, sembrano ancora più forti. Il volume è diviso in tre parti: Studi nell'ombra, Discorso sull'oscurità e l’ultima intitolata Taccuino notturno. Quest'ultima è una sorta di diario personale (composto da brevi frammenti) in cui Ligotti ha scritto appunti, “visioni” ed ossessioni personali e rappresenta una sorta di piccolo breviario filosofico del macabro. Come ammesso dallo stesso autore, il Taccuino notturno fa riferimento allo scrittore inglese del diciottesimo secolo Edward Young.

Lo scritto che introduce il libro, intitolato Di notte, al buio. Appunti critici sulla narrativa del mistero, rappresenta un’ottima esemplificazione di come Ligotti concepisce “la narrativa weird”. Parte dal presupposto che “nella vita, l’esperienza del mistero è un dato di fatto inevitabile e fondamentale”. Prosegue poi facendo notare come “l’effetto principale dei racconti del mistero è la percezione della cosiddetta irrealtà macabra”. Per Ligottiil racconto del mistero si basa su un enigma che mai si potrà sciogliere” e cita, come esempio perfetto di questo punto di vista, Il colore venuto dallo spazio di H.P. Lovecraft.

E i racconti qui presenti non fanno eccezione: testi come La Medusa, una rivisitazione originale e “sui generis” dell’antico mito, L’angelo della signora Rinaldi, l’apocalittico e visionario Folle notte di redenzione. Storia futura, in cui un personaggio predice la fine del mondo attraverso uno spettacolo di marionette, sono tipici esempi della sua arte. C’è sempre un’indeterminatezza di fondo e si ha la netta sensazione, se ci si immerge nelle sue pagine con il dovuto spirito, di entrare in un incubo dai contorni allo stesso tempo vividi ed evanescenti. Il capolavoro di Nottuario è sicuramente La voce nelle ossa, storia macabra e onirica dove vengono narrate le vicissitudini di un personaggio prigioniero di un’enigmatica torre (creata da un artefice misterioso ) al cui interno ci sono stanze, corridoi e labirinti e che simboleggia il nostro universo putrescente.

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