Mi piace molto prendere sentieri che portano in luoghi sconosciuti seguendo le impronte lasciate dagli artisti che piú amo. Oggi mi é successo con Fred Frith che mi ha portato alla scoperta di un artista meraviglioso: Andy Goldsworthy.

Possiamo conoscere un artista tramite un libro, visitando un museo o una mostra; insolito é tramite un documentario, che in questo caso si rivela il mezzo piú appropriato perché Goldswordthy é un artista, uno scultore se vogliamo, che lavora con la natura, con gli elementi che l'ambiente gli fornisce. Le sue opere spesso sono temporanee, vivono in simbiosi con la natura e sono perfettamente integrate con l'ambiente, alcune destinate a vivere per molto tempo altre per poche ore.

Goldsworthy immortala solitamente i suoi lavori con la macchina fotografica, il documentario peró si dimostra un mezzo estremamente efficace per trasmettere le emozioni delle sue opere perché coglie l'atto della creazione, l'ambiente con le sue profonditá e le sue dinamiche, i suoni della natura e i commenti dell'artista che mettono a nudo la sua grande sensibilitá.

I commenti musicali di Frith sono molto sottili, perfettamente dosati ma rilevanti. Trovo che i due artisti abbiano in comune un senso di libertá, un controllo totale dei loro mezzi e dei loro obiettivi che si traduce in un vivere per l'arte con estrema naturalezza, come un gioco le cui regole sono dettate dallo spirito.

E cosí il mondo delle note mi ha trasportato nel mondo delle arti visive, magnificamente immerse nella meraviglia che la natura sempre ci regala, lontane dalle gallerie, da critici servi del mercato e dalla speculazione, malattia cronica che intossica il mondo delarte e uccide la bellezza, la stessa che qua si rivela nella perfetta simbiosi dell'arte con la natura, bellezza che come la felicitá é giusto e necessario compartire. Ed é per questo motivo che lascio a voi queste poche ma sentite righe.

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