Nel remoto caso in cui voi incontraste un alieno e che costui vi chiedesse che cos'è il black metal greco dovreste fargli ascoltare quest'album.

Immaginate la scena: state passeggiando per le vie della vostra città quando all'improvviso vedete una piramide volante materializzarsi (si sa che gli alieni rispettabili, in particolar modo quelli che leggono le recensioni di Debaser, pilotano esclusivamente piramidi volanti), dopo una breve evoluzione acrobatica in aria si parcheggia e da un portellone geroglifico esce l'astrale pilota, il quale con disinvoltura vi si avvicina e vi domanda che cos'è il black metal ellenico. Iniziate a raccontargli tutta la storia dei Rotting Christ, dei Necromantia, dei Nightfall e poi dei Varathron... ma l'alieno ha fretta perché ha lasciato la piramide in terza fila. Allora rompete gli indugi e gli date il vinile di “Eosforos” che avete con voi (immaginate di avere uno zaino magico in cui sta tutto quello che possedete, inclusi il bastone per i selfie che vi regalò il vostro cugino di secondo grado e l'action figure di Ilaria Salis, siamo pur sempre su Debaser d'altronde) e gli dite di ascoltarlo mentre torna a casa ed è in coda allo svincolo tra Sirio A e Sirio B.

Non stupitevi se alla sera vi chiamerà telepaticamente per dirvi che il black metal greco non assomiglia a nessun altro tipo di black metal, mai e poi mai a quello norvegese, e che è così diretto e marziale, che picchia dall'inizio alla fine, costantemente, con quella cadenza da falange macedone che farebbe contento Leonida nell'adattamento di 300. In più ha quel retrogusto di zolfo, così caloroso e mediterraneo, agli antipodi delle gelide raffiche fiordiche (si può dire?) da termometro sotto zero e produzione fatta nell'igloo del proprio amico diciassettente e finanziata dal welfare state norvegese. In Grecia si paga tutto (grazie UE di esistere!) ed in più i musicisti non si pittano la faccia come dei panda depressi!

Infatti Necromayhem, Magus Wampyr Daoloth e Gothmog non si pitturano il viso e non lo fecero nemmeno nel 1994 quando debuttarono con questo progetto parallelo. Va detto che i primi due loschi figuri altri non sono che le menti dietro a Rotting Christ e Necromantia rispettivamente, ovvero le colonne portanti della piccola ma validissima scena black ateniese.

I Thou Art Lord sono nati quindi come sfogo ai gruppi principali, nei quali si concentravano le sperimentazioni di suono, mentre come si sente in quest'album le sperimentazioni sono messe al bando ed il suono è talmente diretto e codificato da rappresentare il black metal ellenico archetipico.

Tant'è che quasi certamente sul pianeta natale dell'alieno da voi conosciuto, quando l'amico di questi gli domanderà: “Come so' sti Thou Art Lord?”, egli risponderà: “So' greci!”.

Carico i commenti...  con calma