“Sintonizzateci”, dicono i Thou. E in effetti, a giudicare dalle strane sonorità a metà tra il disco rotto e l’Hammond distorto, la loro musica risulta piacevolmente fuori dagli schemi.

Merito senz’altro della produzione di – udite udite – John Parish, uno che in genere ci azzecca. Ma merito anche delle idee di Bart Vincent e Does De Woelf (è una lei, questa), anime di quest’altro singolare prodotto della vivace scena belga degli ultimi anni.

Le 15 tracce dell’album (datato 2000) respirano cupe e abrasive una sporcizia di fondo, un po’ trip hop, un po’ noise: come delle pillole di Sonic Youth, ricoperte di Portishead, in un bicchiere di Mogwai. Bart e Does si alternano alla voce: indolenti e soffuse, entrambe rendono alla grande nell’atmosfera indie – e intelligente – del tutto.

Kids Do Ride e Calling Me sono delle vere perle, immerse tra i sample, i loop, e le melodie vagamente imperfette. Mi piacciono soprattutto perché mi fanno sentire come se stessi camminando in una metropoli affollata, sotto una pioggia un po’ arrugginita, inquieto ma vivo, pensante e pericoloso… Listen to me / am I comfortable? / she’s my love / ‘cause she still can’t shine / I take my time…

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