I Tick-e sono stati una band della mia nativa Città di Castello. Sono esistiti per una manciata di anni fra il 2003 ed il 2007, suonando un punk adolescenziale fortemente debitore dei Green Day e del resto della compagine californiana più commerciale, che in quegli anni andava fortissimo pure in Italia. Come la stragrande maggioranza delle band della mia zona, hanno lasciato in eredità un solo lavoro discografico, un album autoprodotto registrato nel 2004: poco più di una demo ufficiale, eppure per quel paio di dozzine di persone che se lo ricordano ancora "Le peggio cose..." ha un valore affettivo incalcolabile.
Questo album racchiude al suo interno le prove scrause con gli amici, le segate da scuola, i pomeriggi a cazzeggiare evitando i compiti, le sigarette di nascosto, le cene in quella trattoria speciale che ha chiuso da quindici anni, il fare i bambocci, lo scoprirsi diversi dagli altri, i sogni di una vita che vada oltre la scuola per tutta la settimana e la discoteca il sabato, ha il sapore delle prime sbronze e dei primi doposbronza, i primi bagni al fiume, le prime canne, i primi bong, le prime cotte, le prime delusioni, le prime volte di tantissime cose.
Ha il suono dei concerti amatoriali delle band di ragazzini e della festa delle scuole ai primi di giugno, ha il profumo di polvere muffa e fumo dei fondini che usavamo come ritrovo e sale prove.
Questo album storicizza tutto l'entusiasmo primitivo dello scoprire che persino nel proprio paese placido e dimenticato c'è un mondo vastissimo da esplorare, e cattura tutta l'angoscia dell'incontro con i primi cazzi della vita senza avere ancora la cognizione di causa per affrontarli.
Questo album non è un capolavoro, non è nato per esserlo: aveva il solo intento di narrare gioie e dolori, goliardia e profondità di un adolescente. Moltissimi album sono stati scritti con questo scopo; fra tutti quelli che ho ascoltato, questo è nettamente il migliore. Probabilmente è più che altro una questione di campanilismo: è ragionevole pensare che se i Tick-e fossero esistiti, pari pari, in provincia di Pavia o di Catania la loro musica mi avrebbe lasciato indifferente, o al massimo mi sarebbe risultata simpatica. Di sicuro non ci avrei investito uno smisurato carico emotivo, come ho fatto negli ultimi vent'anni. I Tick-e potevano nascere a Pavia o Catania o anche solo a 30 km da casa mia: invece sono esistiti nella mia città, e sono stati ragazzi nello stesso posto e nello stesso momento in cui sono stato ragazzo io, e perciò parlano la mia lingua. Nella popolosa lista dei miei album preferiti al mondo, "Le peggio cose..." sta tranquillamente nella top 5.
Si trova completo su youtube.
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