Parlare di un album come "The Something Rain" ad un anno di distanza dall'uscita serva, serva a donare una nuova luce benevola a questo scrigno di bellezza. Serve ad aprire l'armadio e tornare ad indossare il nostro pastrano preferito, a stringerci in esso, per conservare tutto il calore del nostro corpo mentre affrontiamo il gelo dell'inverno.

Perchè il sound dei Tindersticks è simbiosi d'eleganza, è voce calda e vellutata, matura, di un crooner d'eccezione come Stuart A. Staples. E' il suond di una band unica, seminale, perchè riconoscibile, istantaneamente, per chi ha avuto orecchie per ascoltare ed ha seguito il percorso artistico, cinematico di questa orchestra notturna dal mood obliquamente intimista, magistralmente in equilibrio su sentimenti vivi, scoperti. "The Something Rain" è album da cielo coperto di nubi, non minacciose però, sono nubi da post temporale, quando l'acquazzone si è sfogato e si resta incantati dal rossore che lascia presagire giorni migliori. E' quel malinconico senso di perdita che ci lascia l'autunno, un qualcosa che va scemando mentre noi vogliamo restare aggrappati, in qualche modo, a quel ricordo.

Si apre con "Chocolate" intro-spoken delicatissima, ancestralmente legata a "My Sister" del Tindersticks II seguita da "Show Me Everything" venata di soul comunque marziale nel ritmo. "This Fire of Autumn" è una cavalcata folk elettrizzante, epica come la luce del sole al tramonto. "A Night So Still" è puro struggimento amoroso, la ricerca del corpo caldo dell'amata quando ci si muove nel sonno e si scopre il vuoto al nostro fianco."Shippin' Shoes" è ballad ritmata e gorgheggiante, ti trascina in un gorgo da cui ci lascia inghiottire. "Medicine" è un antidoto al dolore, un ultimo appiglio per non cedere. Poi "Frozen", profonda, intimamente portisheadiana, un caloroso abbraccio a Beth con tanto di sax "malato" a fare da contrappunto. E' un brano fumoso, denso, dà il senso di un abbraccio nella nebbia. Con "Come Inside" torna un po' di quiete, appagata, una contemplazione serena e distaccata, un crogiolarsi malinconico con se stessi. Chiude "Goodbye Joe", afflato strumentale, una scia nel cielo da seguire con disincanto per la magia che si è vissuto.

(Stuart e compagni li conobbi al Ruvido Club di Bologna nel lontano 1994, qui li ritrovo splendidamente, unicamente loro stessi, di nuovo, dopo la reunion, a livelli altissimi come in "The Hungry Saw". Puramente Tindersticks). 

Elenco e tracce

01   Chocolate (00:00)

02   Show Me Everything (00:00)

03   This Fire Of Autumn (00:00)

04   A Night So Still (00:00)

05   Slippin' Shoes (00:00)

06   Medicine (00:00)

07   Frozen (00:00)

08   Come Inside (00:00)

09   Goodbye Joe (00:00)

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