Prima di consegnarsi ad un pop banale, ma di successo, Tiziano Ferro sconvolse il pop italiano con due album che ne ridefinivano i contorni. In pratica, in un momento in cui la musica italiana annaspava tra grigie boy band e grandi vecchi che ormai avevano già dato, e detto, tutto, l'impatto del pop del duo Ferro-Canova fu tanto dirompente quanto sorprendente all'interno del panorama musicale italiano.

Venne subito additato a pop da classifica, hit per ragazzine in fregola, eppure quell'uso sapiente delle basi, così poco italiano e così molto internazionale, e quella metrica nei testi davvero mai vista in Italia avevano qualcosa in più.

Il capolavoro di Tiziano Ferro fu, più che il primo album "Rosso relativo", il maturo "111". A chi gli chiedeva un disco dall'appeal commerciale, Ferro rispose con un disco travolgente e intimo allo stesso tempo, 111 sono i chili che pesava prima di diventare famoso. Il primo lato è un fuoco di fila di hit da classifica di altissimo livello ("Sere nere", "Ti voglio bene", la celebre, e celebrata, "Non me lo so spiegare") ma è il secondo lato a conquistare, dal gimmick di "Eri come l'oro ora sei come loro" alle atmosfere neworlensiane di "Temple Bar", dal divertimento, forse un po' fine a sé stesso, di "10 piegamenti!" alla chiusa, delicatissima, di "13 anni".

Un disco irripetibile, di impatto devastante, viste le vendite, record assoluto, e visto quello che porterà in dote nel mondo del pop italiano degli anni successivi.

Un semi-capolavoro che troverà, su questo sito, ben pochi estimatori, ma tant'è. Il successivo Ferro, onestamente, abdicherà in favore di suoni che lo porteranno in vetta alle classifiche ma non avranno più quell'impatto che ebbe questo disco nel lontano 2003.

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