L'album che mi appresto a recensire non porta alcun tipo di innovazione al suo genere ma è bene sottolineare che questo non era assolutamente l'intento dell'autore. La sua issue invece, perfettamente riuscita, era quella di raccogliere in un'ora abbondante tutti i clichè del power metal moderno. Un rigore a porta vuota per il giovane frontman degli Edguy Tobias Sammet che, forte del successo inaspettato della prima parte della "metal opera" Avantasia, nel 2002 fa uscire sotto AFM records il secondo capitolo. Un goal annunciato, e non disatteso, contraddistinto, come nella prima parte, dalla presenza di tanti nomi famosi del metal che interpretano le sue (di Sammet) canzoni pompose, dotate di intrecci vocali non indifferenti e assoli che fanno spiccare la bontà tecnica dei musicisti del progetto. Tra i singer troviamo infatti gente del calibro di Rob Rock, Kai Hansen (Gamma Ray), Michael Kiske (Ex Helloween), Andrè Matos (Ex Angra), Sharon Den Adel (Within Temptation), Bob Catley (Magnum), David DeFeis (Virgin Steel), Oliver Hartmann (At Vance) e Ralf Zdiarstek. Tra le sei corde non si può non annoverare Henjo Richter (Gamma Ray) e Timo Tolkki (Stratovarius) mentre dietro le pelli con la sua spada di smeraldo Alex Holzwarth (Rhapsody) e Eric Singer (Kiss).

Insomma qua ci troviamo di fronte ad un ragazzino di nemmeno 25 anni che, con una faccia tosta e fiducia estrema nelle sue potenzialità, nel 2000 prende il telefono/mail/usa i suoi contatti e chiede a istituzioni del power/heavy metal più vecchie di lui anche di qualche decade se sono interessate a cantare dei pezzi che ha scritto per una metal opera cui, manco a dirlo, sarà pure protagonista. Tassello dopo tassello i nomi incredibilmente si accumulano e i fans del genere ad ogni nuova adesione sono lì che si sfregano le mani, al pari dei negozianti.

Avantasia non è un'accozzaglia di hit dal grande potenziale commerciale messe a caso ma è anche un concept album in cui ogni cantante interpreta un vero personaggio; se si mastica l'inglese e si ha tempo si può leggere nel booklet curato la storia che si snoda ad inizio del 17imo secolo in Europa e si incentra sul cattolicesimo e sui giochi di potere di questa istituzione. Sammet si prende pure lo sfizio di assegnare i personaggi ai vari cantanti e per fare un esempio con sadismo offre a Kai Hansen il ruolo di nano sfottendolo, nemmeno tanto indirettamente, sulla sua altezza!!! D'altro canto Tobias è sempre stato un tipo alla mano e spiritoso e chi ha visto uno show degli Edguy almeno una volta sa di cosa parlo.

Quello che mi lascia particolarmente impressionato di questo progetto è la sua contestualizzazione temporale: Sammet oltre a scrivere testi, storia e musica per Avantasia I e II, tra il 1999 e il 2001 ha fatto uscire con la sua band, gli Edguy, pure due album (Theater Of Salvation e Mandrake) con tanto di tour di sponsorizzazione a seguito.  

Passando in rassegna alla musica tra i momenti più belli di questo secondo capitolo si deve citare l'opener Seven Angels. Solitamente ad inizio disco si preferisce piazzare una canzone facile ed immediata. Sammet invece comincia l'opera con un pezzo da 14 minuti dotato di un coro barocco come non mai con intrecci vocali nei quali è quasi impossibile non perdersi. Le melodie, che sfiorano le sigle da cartoni animati, fanno di "Seven Angels" un brano fuori dall'ordinario che, per accelerazioni, pause, diversi cantori a disposizione e propensione melodica totale porta alla mente il Meat Loaf (cfr. Bat Out Of Hell I e II) dei bei tempi in versione metal. Ci si riposa con due tracce accademiche di chiaro stampo "Edguyiano" come l'incalzante "No Return" e la più pesante "Looking Glass" prima di imbatterci in un'altra killer track. Trattasi del lento memorabile "In Quest For" impreziosito dalla voce meravigliosa, delicata e passionale, di  Ralf Zdiarstek, cui viene accompagnata un delicato tappeto sonoro del pianoforte. In dicotomica successione spicca l'heavy metal senza compromessi di "Final Sacrifice" con Sammet impegnato a sforzare la sua ugola (cfr. Nailed To Wheel - Mandrake - Edguy ) in un duetto con David DeFeis che si prodiga in tonalità basse, sporche e riuscitissime. "Neverland" e "Chalice Of Agony" sono delle tipiche canzoni-singolo che possono essere prese a simbolo del power melodico tedesco degli ultimi anni: la prima sempliciotta e con un coro pomposo, la seconda di chiaro stampo Helloweeniano.

Quello che rende unico il progetto Avantasia non è la sua musica ma la presenza di tanti artisti del metal europeo e non che guidati da un 25enne misto tra genio e pazzia si divertono ad interpretare brani allegri, melodici, tirati e tecnici. Il power metal non parla solo di spadoni, draghi, principesse da salvare, battaglie, onore ma è anche musica potente da cantare a squarciagola in memorabili crescendo con gente capace e preparata che sa cosa voglia dire cantare e suonare degli strumenti. Esagerato e ben confezionato questo cd (come il primo che reputo superiore) può aiutare ad avvicinare un estraneo a questo genere ma paroloni come capolavoro o summa del power per me non sono adeguate e vanno ricercate in altri cd.   

P.S. Quasi mi dimenticavo. Tra qualche mese esce il terzo capitolo 

TRACKLIST:

1 The seven angels
2 No return
3 The looking glass
4 In quest for
5 The final sacrifice
6 Neverland
7 Anywhere
8 Chalice of agony
9 Memory
10 Into the unknown

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