When you're strange

faces come out of the rain

E nella sala buia qualche ombra ha occupato un posto e poi un altro posto ..fino a rendermi conto che eravamo pochi, ma non pochissimi, e tutti vicini. Quando sei strano, e lo sai, ci sono circostanze in cui puoi anche permetterti di non isolarti. E questa era la circostanza giusta per tentare. Ma poi alla fine, inevitabilmente, sei solo di nuovo...

A distanza di 40 anni dalla morte di Morrison e 20 dall'uscita dalla pellicola di Stone, "The Doors", questo film documentario non vuole insegnarci nulla, accrescere alcuna fama, sminuire alcun mito. Si tratta di una serie di filmati per lo più inediti tirati fuori dall'oblio per mostrarci chi erano questi giovanissimi ragazzi dei late sixty, cosa avevano per la testa, qual era il loro background e con quale scopo o sotto quale spinta si dedicavano alla musica.

Alcuni di questi filmati, pochi in verità, è possibile ritrovarli in rete come quello della celeberrima performance di "Touch Me". L'idea del regista è stata quella di alternare spezzoni di interviste, filmati amatoriali, scene di celebri momenti della storia culturale, politica e civile americana a scene girate da Morrison stesso, e di cui egli è anche protagonista, ai tempi dell'UCLA. La prima parte di questo materiale è raccontata dalla voce di Morgan o spesso dai Doors stessi o da altri personaggi. La voce narrante traccia una cronologia degli eventi salienti, di cui gli appassionati saranno in parte a conoscenza (particolareggiato e di grande interesse, anche al fine di una comprensione maggiore dell'opera in questione, si rivela il libro "Vita e parole del Re Lucertola" di Jerry Hopkins), ma insiste spesso su quelle caratteristiche proprie della band sia da un punto di vista tecnico-strumentale che espressivo che hanno reso i Doors unici e tuttavia spesso incompresi.

Le vicende personali e sociali si intrecciano tanto profondamente da non poter essere disgiunte nella narrazione che mai appare ridondante o superflua. Le immagini del film di Morrison che spezzano tale narrazione preludono alla conclusione e al senso stesso della sua vita e della band. Lo scopo è chiaro: si spiega e, in un certo senso, si denuncia l'importanza di una band che ha affondato le proprie radici nella società a lei contemporanea, nel blues, nella poesia pura. Si spiega attraverso i brani che ascoltiamo, a volte più forti a volte in sottofondo. Brani, i cui testi importantissimi, sono imprescindibili dal senso della parola raccontata. Perchè dei Doors vediamo tutto in questo film: la genialità, l'umanità, le debolezze, le megalomanie e anche la fine.

Before you sleep into unconsciousness

I'd.. like to have another kiss..

C'è stata molta ostilità nei confronti di Oliver Stone ai tempi di "The Doors". Ancora oggi la pellicola viene tacciata di imprecisione (anche e soprattutto dai superstiti della band): secondo alcuni, viene mostrato un lato di Jim selvaggio e incomprensibile, legato agli effetti delle droghe e dell'alcol. Nondimeno, secondo gli stessi, gli altri Doors sarebbero vittime di questo personaggio geniale ma folle. Ciò nonostante le due pellicole sembrano attualmente compenetrarsi. Quest'ultima mostra un lato decisamente più rock, di impatto, poetico ma estremo, forse non tenendo conto di alcune sfumature decisamente umane che invece nel documentario vengono in qualche modo approfondite: del resto, il documentario di DiCillo mette in luce la stessa poesia, stavolta senza attori, delineando però le personalità, gli interessi e in parte il carattere di tutti i componenti, sicuramente focalizzandosi su Jim Morrison che è stato e resta il fulcro di una tale immortalità.

Mi sono guardata intorno molte volte. Avevo bisogno di capire perchè delle persone erano lì. Qualcuno canticchiava qualche canzone, qualcuno era in silenzio, qualcuno sembrava proprio il tipo adatto ad essere lì e qualcuno era solo. Eravamo pochi, ma non pochissimi. Mi è sembrato sensato. Tutto molto sensato. Alla fine chiunque fosse lì pensava di conoscerli, di averli compresi. Io credo che si possano conoscere i Doors cantando le loro canzoni e suonando la loro musica. Ascoltandoli si pensa di aver raggiunto la verità e la conoscenza di quelle parole attraverso la voce di Jim Morrison o di quei suoni così unici, quei viaggi senza fine. E' una sensazione quasi naturale ma in realtà, ne sono certa, quando c'è la loro musica nell'aria bisogna lasciarsi tutto alle spalle e allo stesso tempo abbracciare ogni cosa.

Can you picture what will be?

So limitless and free

Desperately in need

Of some stranger's hand

In a desperate land... 

 

 

  

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