"Il principe deve saper, all'occorrenza, essere bestia oltre che uomo, deve essere in grado di simulare e deve potersi muovere con competenza nel regno del male. Al principe è richiesto di fare quel che occorre per vincere e conservare il potere..."
Citando "Il Principe" di Niccolò Machiavelli, introduco la recensione di "Liar Liar/Bugiardo Bugiardo", commedia spassosa del 1997 di Tom Shadyac interpretato da uno strabordante Jim Carrey. Successo nel lavoro e fallimento con la famiglia. La commedia americana non si stanca mai di riproporre la solita storiella dell'arrampicatore sociale disposto a tutto per la carriera, che ha bruciato il suo matrimonio e fa soffrire con la sua alterna presenza l'incolpevole pargolo.
Carrey è avvocato dalle forti capacità oratorie, stimato da colleghi e superiori e riesce ad infinocchiare chiunque, giudici compresi, facendosi strada con laide e bislacche farse. Chissà perché l'ex moglie non ne è dunque uscita ingannata. Sta di fatto che la figura paterna che rappresenta è in forte declino rispetto al sempre più sfiduciato figlio e all'ex moglie in cerca di una stabilità familiare ambita e necessaria per il futuro.
In una sorta di fiabesca narrazione il bimbo esprime il desiderio che costringe il padre a dire la verità per tutta la giornata, e realizzatosi, l'avvocato Carrey si vedrà ritorcere contro tutto e tutti, rischiando di mettere a repentaglio la sua carriera. Compresa la causa dell'assurdo episodio si fionda dal figlioletto e gli spiega che le bugie sono necessarie. Riuscirà dunque a recuperare il controllo della sua vita lavorativa? Inutile dire che il subodorabile happy end all'americana è quanto di più scontato ci si possa aspettare. Chi impara la lezione alla fine? Chi se ne frega!
La storiella vuole far credere che l'uomo ne uscirà cambiato e la dura lezione subita lo farà ricredere completamente su tutto quello che, da abile e bugiardo mentitore, gli aveva portato fama e successo lavorativo. Sembra però che alla verità, in fondo, non ci voglia credere nessuno e tutti, in un modo o nell'altro, abbiamo bisogno delle nostre bugie.
Nel bene e nel male.
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