Il cuore pulsante dei Talking Heads era il segreto di una band eccezionale che ha segnato con la sua continua contaminazione quindici anni di scena della musica rock. Quel cuore era formato dalla batteria di Chris Frantz e dal basso della sua amatissima compagna Martina Weymouth, una delle sessioni ritmiche più dinamiche e coinvolgenti mai udite risuonare all'interno di una cassa toracica.

I Tom Tom Club sono stati fino al '91 la loro valvola di sfogo dalle "teste parlanti", funky-disco-rock brillante e giocoso che li ha portati ad un successo importante prima di diventare la principale occupazione tra produzioni e altri progetti; il loro disco di debutto del 1981 rimane ancora oggi un must in ogni festa che si rispetti. Ed è proprio "Tom Tom Club" del 1981 a dominare la setlist di una calda serata genovese in cui nemmeno la vicinanza al mare allevia il senso di caldo opprimente dato da una settimana dominata dall'umidità e dal sole cocente. Martina impugna il suo Hofner rosso, capelli biondi in due codini, fisico perfetto che lascia presagire che la bassista è ancora in forma smagliante. Si incomincia con "Who Feelin' It" da "The Good, the Bad and the Funky", segue "She's Dangerous" per poi arrivare a "Punk Lolita", cover dei The Heads ovvero i Talking Heads senza Byrne. L'inizio è coinvolgente e subito fisico, Frantz dietro alla sua batteria tiene il ritmo con vigoroso gusto mentre il resto della band, con la cantante Victoria Clamp in super evidenza, si scatena. "Under The Boardwalk" è l'unica concessione ad atmosfere più lente, il brano è nella versione dei Tom Tom Club un classico estivo. "Suboceana" è fantastica nella sua fluidità melodica e sensualità ritmica, dal primo disco una versione frizzante e carica di ritmo di "On and On". L'arrivo del super classico "Genius of Love" è accolto dal pubblico con grandissima soddisfazione, una canzone facile facile ma che possiede una carica intrinseca micidiale nella sua parte strumentale con la Weymouth che ripete la stessa danza che mostra nella versione eseguita nel film "Stop Making Sense" scatenando il pubblico. Segue a sorpresa una caldissima cover di "You Sexy Thing" degli Hot Chocolate mentre subito dopo rumori di macchina da scrivere aprono a "Wordy Rappinghood".

Il finale è targato Talking Heads con una versione superba di "Take Me to the River"; dopo Martina è di spalle ma nell'aria si sentono già quelle poche note minacciose di basso e una eccezionale "Psycho Killer" può cominciare e il pubblico si può lasciare trasportare cantando il ritornello fino all'euforia pazzoide finale.

La prima volta a Genova, una delle poche in Italia come ricordato da Frantz, ha permesso ad un pubblico eterogeneo anche se colpevolmente poco numeroso di assaporare un pezzo di storia della musica, e al  recensore di seguire dal vivo a pochi metri quella strepitosa bassista che è Martina Weymouth in tutte le escursioni sulla tastiera del suo Hofner. 

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