Ormai è diventata una moda: portare sul grande schermo libri, capolavori del passato e del presente. Non si contano più i casi di adattamenti cinematografici. Proprio uno di essi ha lanciato nel circolo dei "grandi nomi" il tedesco Tom Tykwer, prima di questa pellicola relegato a film di minore impatto pubblicitario (sebbene l'ottimo "Lola corre").

Eppure il compito che si è trovato davanti Tykwer non è stato certo dei più semplici: il produttore Eichinger gli affida la realizzazzione su pellicola di "Profumo", boom editoriale del tedesco Patrick Suskind. Un'opera letteraria complessa e dalle molteplici sfaccettature. Soprattutto un grave (e grande problema): riportare sul grande schermo una vicenda vissuta per lo più attraverso il senso forse più complesso nell'essere rappresentato al cinema, l'olfatto. Infatti il giovane Jean Baptiste Grenouille (ben interpretato da Ben Whishaw), è nato con l'incredibile dote di un'olfatto iper sviluppato, capace di percepire tutti quegli odori che una persona "normale" non riuscirebbe a carpire. Il suo sogno è poter catturare e immagazzinare gli odori, in particolare quelli umani.

La storia che Tykwer ha avuto tra le mani è di quelle interessanti ma particolarmente spinose. Un'inclinazione troppo autoreferenziale e il rischio di scadere nella pura fascinazione pronto dietro l'angolo. Per fortuna Tykwer riesce bene nel dare sostanza ad una vicenda complessa: la scelta di seguire fedelmente il libro lo avvantaggia e plaude il suo coraggio. Quello che più riesce al cineasta teutonico è un connubio ben bilanciato tra l'anima prettamente drammatica della vicenda e quella più tendente al thriller/horror. Nella riuscita di tutto questo il lavoro viene svolto a meraviglia anche da Ben Whishaw, perfetto nel rappresentare uno dei leitmotiv di Tykwer, cioè l'incapacità di approcciarsi all'amore, la difficoltà umana nell'esprimere i propri sentimenti.

Detto questo, e sottolineando la grande ricostruzione dei luoghi e delle immagini svolte da Tykwer e dai suo soci, Profumo non è certo un capolavoro. Forse non lo è anche a causa del romanzo da cui è stato tratto: troppo complesso per essere riportato sullo schermo e per poter riuscire ad imporsi con efficacia. Una storia che si basa sull'olfatto è alquanto complicata da rappresentare. Inoltre, Tykwer (come gli era già accaduto e come gli accadrà in futuro), annacqua la rappresentazione filmica con più e più lungaggini arrivando a sfiorare le due ore e mezza. E' normale quindi che subentra la noia, causa anche una storia che complessivamente non coinvolge mai più di tanto. A Tykwer va comunque fatto un plauso per il coraggio di cimentarsi con Suskind e soprattutto di aver riportato il cinema europeo ad un certo livello filmico/letterario. L'incapacità di relazionarsi, la paura del diverso, l'amore paterno, la rappresentazione letteraria sono tutti temi che rendono omaggio ad un film parzialmente riuscito ma comunque degno di essere visto.

"Il profumo ha una forza di persuasione più convincente delle parole, dell'apparenza, del sentimento e della volontà...penetra in noi come l'aria che respiriamo penetra nei nostri polmoni, ci riempie, ci domina totalmente, non c'è modo di opporvisi."

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