A distanza di 3 anni dall'ultimo concerto della rossa Cherokee al quale ebbi il piacere di assistere allora in quel di Como, ho voluto nuovamente regalarmi la possibilità di sondare - vedendo ed ascoltando con tutti i cinque sensi vigili la performance della non più giovanissima Myra Ellen - quanto del suo talento allora indiscusso fosse ancora tale oggi.

Col biglietto custodito gelosamente in tasca, ieri sera sono andata allo Smeraldo un po' riluttante, a dire il vero, come una che sa perfettamente di aver ceduto per l'ennesima volta all'acquisto più per un discorso affettivo che per un attuale interesse reale, fatto sta che puntuale come non mai alle 21 ero seduta in terza fila centrale in balconata proprio davanti all'insostituibile Bosendorfer. Con tanto di ascolto prolungato dell'ultimo cd per l'intera giornata. Preparazione ed impegno.

Sul palco in attesa, piano a coda, tastiere varie, un basso, batteria e percussioni.

Alle 21.30 si spengono le luci, si alza il coro di urla ed applausi e mentre inizia l'incipit di "Give" dall'ultimo cd, eccola uscire e presentarsi sul palco. Per l'occasione mi sono pure munita di cannocchiale da concerto.

Il look: calzoni attillatissimi di latex color perla resi ancora più brillanti da una miriade di piccolissime pajettes sfavillanti, zoccoli/zeppe blu elettrico con  tacco (minimo) 12 degne della migliore Carrà dei tempi d'oro, smalto nero ai piedi, un top grigio chiaro e sopra, un'enorme veste unica di colore turchese che partendo dalle spalle come giacca arrivava fino ai piedi aprendosi in un generoso spacco proprio dall'altezza dell'inguine, scoprendo le gambe inguainate. Ecco la Principessa Azzurra, ho pensato, se non fosse per quei capelli sciolti lisci e rossissimi e l'aspetto lievemente aggressive, lievemente..

Sale sul palco e si prodiga in un inchino strano in cui sembra depositare qualcosa sulle assi del proscenio, ma in realtà nelle mani a coppa non ha nulla, voglio quindi immaginare che sia il suo fluido magico col quale inizierà i suoi incantesimi. Intanto penso che è sempre più estrosa.

Quindi inizia quella che in realtà sembra più ciò che precede il rituale di accoppiamento di una gatta seducente davanti ai suoi contendenti che una vera danza, lenta e sensuale. Poi si siede, nel solito modo irriverente a bordo sgabello con le gambe appena divaricate e l'espressione furba ed inizia finalmente a suonare. Mi occorre tutta "Give", "Little Amsterdam" ed infine "Corflake girl" per vincere ogni mia resistenza e ritrovarmi, come sempre, come è sempre stato ad ogni suo concerto, completamente in balìa della sua musica e della sua voce, mai incerta, mai tentennante, ancora forte, perfettamente modulata, intensa, completamente controllata. Siamo inebetiti dalla sua carica, anche sensuale, mentre cantando tiene il microfono tra indice e medio simulando per giusto quattro secondi una fellatio che fa produrre un boato alla platea, donne comprese. Ancora la folla urla quando, dopo aver "schiaffeggiato" al ritmo di una incerta samba  il suo amato pianoforte sulle note di "Talula", le mani passano da questo al suo corpo, che lei inizia a toccare con dolce violenza, dal seno all'incavo delle gambe, mentre la gola produce un suono rauco. Siamo tutti basiti, ed eccitati.

Eppure non è niente di nuovo, solo un'altra delle note performance della signora rosso fuoco.

Ma non siamo capaci di non rimanere ancora sbalorditi, mentre suona come la dea Kalì pianoforte ed harmonium come sempre in contemporanea, in piedi, perfettamente al centro degli strumenti speculari e con l'aria di una leonessa divertita. Sono solo in tre sul palco ma la musica che producono sembra suonata da un'intera orchestra tanto è potente. Due ore piene di concerto senza alcuna pausa tra i brani. Giusto una sorsata d'acqua naturale intorno alla prima metà del live.

Di tutti i brani proposti dalla scaletta ricordo in particolare "Bells For Her", "Winter" (boato), "Girl" (pelle d'oca), "Put The Damage On" (un po' di tenera malinconia per la ragazza che ero tredici anni fa), "Space Dog" (la lacrimuccia emozionata) "Yes Anastasia" (la sua esclamazione sincera "Fuck!!" perché nell'acuto era calante) ed infine il delirio di "Precious Thing" in chiusura concerto, in cui l'idea data è stata quella che ci fosse nascosto da qualche parte un paio di braccia meccaniche a supporto della bella rossa totalmente scatenata..

Invece si tratta solo della performance di una Vera Professionista.

C'è stata solo una piccola nota stonata in questa visione al contempo paradisiaca e luciferina, quasi lisergica:

si è rifatta, porca putt...pure Lei si è fatta condizionare dalla moda anti-decadimento-naturale ed ha ceduto all'estro del chirurgo plastico che le ha dato zigomi nuovi e l'idea di una pelle più giovane ma le ha purtroppo portato via le ben note buffe espressioni facciali che tanto mi piacevano. Questo da Lei non me l'aspettavo, ma sono comunque totalmente appagata ed anche raggiunta l'uscita, continuo ad avere un'espressione beata ed un po' ebete che a volte vedi nei bambini estasiati.

E tornando a casa non posso che dirLe ancora una volta: "Tori, t'Amos...."
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