Aspettavo l'album de TVOTR da parecchio tempo, diciamo pure da quando nel 2004 ascoltai per la prima volta "Desperate Youth, Blood Thirsty Babes" e ne rimasi praticamente incantato. Ricordo che andai avanti per almeno un paio di mesi ad ascoltarlo senza riuscire a riporlo nell'apposito contenitore, ero estasiato. Subito pensai che ero di fronte ad un lavoro nuovo, diverso, di fronte a qualcosa che non avevo mai ascoltato prima.
Naturalmente per "Return To Cookie Mountain" ciò non è stato possibile, sarebbe stato troppo ed anche sbagliato, probabilmente, chiedere ai TVOTR di produrre e dar vita a un disco significativamente diverso dal precedente. Difatti non lo è, significativamente. La questione in realtà è un'altra e cioè, come è cambiato veramente il suono della band newyorkese in questi quasi due anni di assenza? Quale direzione hanno scelto di seguire e che tipo di suono hanno ricercato in questo mesi? La risposta al sottoscritto è venuta spontanea in realtà già dal primo ascolto: soul, gospel. Ciò che risalta subito all'orecchio è la voce, tutto gira intorno ad essa che è il fulcro di ogni singolo pezzo dell'album. Le voci dei due vocalist, talmente differenti (una di tonalità altissima e l'altra bassissima), si sovrappongono ad unisono e diventano un tuttuno procedendo a braccetto di pari passo. Anche i testi (ammetto di non essere riuscito a tradurli tutti non avendoli scritti) sono sicuramente migliori e più intensi rispetto a "Desperate Youth, Blood Thirsty Babes" e testimoniano la strada intrapresa dalla band.
Tutto ciò però va a scapito della parte elettronica dei pezzi che a mio avviso è stata volutamente "trascurata" dalla band o quanto meno viene messa in secondo piano rispetto a quella vocale e strumentale. Inoltre manca a mio avviso un pezzo come "Staring at the Sun" o "Dreams" presenti nel precedente album che a mio avviso rimangono tra i più belli degli ultimi due anni di musica sperimentale. Ciò non significa comunque che non ci siano brani di grande valore e di spicco come ad esempio "Wolf Like Me", la prima traccia dell'album e forse quella il cui motivo rimane più facilmente in testa di chi ascolta, "Province" traccia 3 in cui alle voci dei TVOTR si intreccia e si fonde quella di un Bowie in ottima forma (anche se mi sarebbe piaciuto averlo potuto ascoltare per qualche secondo da solo), "Playhouses" traccia 5 con un inizio micidiale e un giro di batteria che contraddistingue un po’ tutto il suono di quest'album.
In definitiva siamo di fronte ad uno dei migliori gruppi del momento, migliore inteso come sinonimo di originalità, sperimentazione, di innovazione e di contaminazione. Il solo fatto di riuscire a mixare alla perfezione vocalità gospel con tappeti elettronici fanno dei TVOTR una delle band più rivoluzionarie degli ultimi anni. Non tocca ora che aspettare il nuovo album dei Massive Attack (prodotto in collaborazione appunto con i TVOTR) e di ascoltarli dal vivo magari in Italia.
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