I Twisted Sister nascono nel 1973 a New York attorno al chitarrista Jay Jay French, con una formazione che almeno fino al ’78 sarà in continuo mutamento: la line-up definitiva si va comunque via via definendo, con l’ingresso nell’ordine di Eddie Ojeda, Dee Snider e Mark “The Animal” Mendoza. Unica variante rispetto alla line-up considerata come “classica” è rappresentata dal batterista Tony Petri, cuore pulsante della “Sorella Schizzata” fino al 1980, anno in cui approdò nei Plasmatics.
Con questa formazione guadagnano popolarità nei locali della loro città, e registrano il singolo “I’ll Never Grow Up,Now!/Under The Blade” che però non avrà molta fortuna. A distanza di vent’anni Jay Jay French e Mark Mendoza diventano produttori e pubblicano “Club Daze Volume I: The Studio Sessions” contenenti registrazioni di quel periodo, tra cui il già citato singolo e calde versioni di “Shoot ‘Em Down” e “Leader Of The Pack”, che hanno trovato poi spazio nei successivi LP della band.
A testimonianza della validità della band già nei 70’s sta il fatto che le canzoni sopra citate sono state riregistrate nelle release ufficiali (probabilmente per uniformarle al sound dei vari album) ma con struttura immutata rispetto alle versioni qui presenti. All’interno dell’album regna un hard rock nudo e crudo,lontano dai cori da stadio che ci offriranno i nostri negli anni a venire, indissolubilmente legato alla lezione impartita qualche anno prima dai padri del genere.
L’album si apre con la potente “Come Back”, in cui l’aggressività musicale si sposa perfettamente col ruggito di Snider e continua con le cavalcate “Pay The Price” e “Rock’n’Roll Saviors”; in particolare nell’ultima i Twisted Sister si proclamano difensori coriacei del rock’n’roll e dichiarano guerra ad oltranza alla disco music che si faceva largo in quegli anni. Si continua coi rockettoni easy listening “High Steppin” e “Big Gun”, prima di imbattersi nella doppietta di brani interpretati da Jay Jay French, “TV Wife” e “Can’t Stand Still” di ispirazione più bluseggiante, mentre il lead singer torna prepotentemente con “Follow Me”, che anticipa il manifesto adolescenziale della band “I’ll Never Grow Up,Now!”, un rock’n’roll grezzo con retrogusto punk, un inno alla ribellione contro i parents che vorrebbero figli tutti scuola e casa, impossibile resistergli!
Dopo questa piccola gemma un'altra ottima composizione, quella “Lady’s Boy” nuovamente in odore di blues ma penalizzata stavolta da una produzione imprecisa: troverà la sua dimensione ideale in sede live, come testimoniato dal successivo Club Daze Volume II: Live In The Bars. A chiudere abbiamo il trittico “Leader Of The Pack”, “Under The Blade”, “Shoot ‘Em Down”, che fungono da collante tra questo disco e il resto della produzione del gruppo.
In definitiva l’album è un’eccellente testimonianza della prima fase della carriera dei nostri, che ben presto avrebbero conquistato l’America attraverso i loro selvaggi spettacoli, e che qua mostrano quali siano le loro radici, lontane dal glam in favore di un fresco hard rock. Due anni dopo la Spitfire Records pubblicherà Club Daze Volume II: Live In The Bars, che, diviso in tre parti, ripropone uno show radiofonico trasmesso nel lontano ’79 ed il cui ascolto risulta essere del tutto complementare a questo.
Non un album che ha fatto scuola (data anche la data di pubblicazione), ma un ascolto consigliato a tutti gli amanti del classico hard rock targato 70’s, nonché a tutti i fan della vecchia Sorella Schizzata.
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