Ma come non c'è una dico una recensione degli UB40 in DeB? Solo un modesto accenno a chi fossero e da cosa derivasse il loro curioso nome (il codice del modulo di rischiesta del sussidio di disoccupazione usato nel Regno Unito all'epoca, proprio quello che compare in questa copertina e di cui magari qualche componente del gruppo aveva maneggiato e riempito.....). E' ora di rendere giustizia ad un gruppo che ha venduto una settantina di milioni di dischi, cioè qualche decina in più di Vasco Rossi giusto per citare un eroe (?) assai famoso fra le mura domestiche.

Ebbene questi 8 ragazzi di Birmingham, poco più che ventenni, verso la fine del '78 decisero che era venuta l'ora di provare a suonare qualcosa, magari di facile poiché non erano dei grandi esperti di strumenti in genere ed allora pensarono bene di approcciare il reggae allora in voga grazie al Bob mondiale. Qualcuno gli fece presente che il colore bianco della loro pelle poco s'abbinava con la provenienza caraibica di quella musica, ma loro non si disorientarono e cominciarono a girare i pub della zona in cerca di fortuna. Sembra che il primo concertino fosse poco più che una festa di compleanno cui forno chiamati per rompere la monotonia, ma l'entusiasmo fu tale che ebbero successo e vennero chiamati anche altrove. Durante il 1979 metterono insieme una dozzina di brani molto gradevoli tanto che un certo Robert Lamb assistendo alle esibizioni li convince a produrli sotto la sconosciuta etichetta discografica la NER. Ne esce così nell'estate successiva questo "Signing Off" che significa "Approvato", riferendosi ironicamente al mudulo che da loro il nome.

E in effetti furono proprio approvati alla grande giungendo addirittura al secondo posto della classifica inglese dei dischi più venduti e permanendovi per ben 78 settimane, insomma un enorme successo per una band esordiente e composta da sconosciuti.

Il motivo di cotanto successo? Beh basta ascoltare "Signing Off" e lo scoprirete anche voi, salvo che non vi annoi il genere reggae, ma se un poco lo navigate non ve ne pentirete.

Senza voler sbrodolare le cartteristiche dei 13 pezzi della versione espansa, vi do alcune Raccomandazioni d'uso: il primo brano "salta" ovvero presenta un paio di discontinuità, non chiedetemi perché, ma posso immaginare sia dovuto alla relativa modestia della NER, anche se in verità poi la qualità tecnica di riproduzione dei brani è veramente notevole. Il brano che più mi piace è casualmente proprio l'ultimo: il 13° (che per i sassoni porta pure sfiga) ovvero "Reefer Madness" ovvero l'unico strumentale assieme alla title track, con quell'indimenticabile eco di sax in dissolvenza che dà il sapore a tutto il brano. Nella stessa "Signing Off" è ancora notevole l'apporto di Brian Travers al sax che "interrompe la monotonia del ritmo raggae.

Questo non vuol sminuire le qualità di Alì Campbell il "Marley bianco" della situazione che viceversa si batte molto bene rendendo la musica complessivamente assai jamaicanbritish, ottime le percussioni anche se non complesse nell'esecuzione.

Insomma per essere degli sconosciuti avevano stoffa da vendere gli UB40 ed infatti si riaffermarono coi lavori successivi.

L'album non può meritare le 5 stelle perchè solo Marley lo può vantare in tema reggae, ma come album d'esordio e per le sue qualità intrinseche 4 stelle sono meritatissime ed anzi scarse.

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