Bello questo nuovo, ultimo, dischetto degli Ulan Bator. Extended play registrato tra la fine del 2008 e i primi mesi del 2009 in giro per il mondo (Londra, Melbourne, Milano e Parigi), "Soleils" segna il debutto della novella etichetta discografica messa in piedi da Amaury Cambuzat, la Acid Cobra Records, e fa da anteprima al futuro disco della band, "Tohu-Bohu", in uscita nei prossimi mesi (settembre?). Nessuna delle tracce, cinque, farà parte del Lp. Disco, "Tohu-Bohu", già annunciato negli intenti più "fragile" nel sound rispetto all'Ep. Ma questa è un'altra storia.

Quattro anni sono passati dall'uscita dell'ottimo "Rodeo Massacre". Quattro anni in cui Amaury Cambuzat, che degli Ulan Bator è l'unico membro stabile e "sopravvissuto" dall'oramai lontano 1993 (Amaury Cambuzat è gli Ulan Bator), si è dato comunque da fare. Ha fatto un bel po' di concerti in giro per l'Europa con gli Ulan Bator (compreso uno spettacolare tour, "Cargo Cult", in tandem con il solo, storico, compagno di avventure Olivier Manchion) e ha realizzato un paio di videoclip da brani di "Rodeo Massacre" ("Pensées Massacre" e la bellissima "La Femme Cannibale", collaborazione con il massimovolumico Emidio Clementi). Ha dato alle stampe "Ulaanbataar", raccolta di brani inediti della band relativi al periodo che va dal 1993 al 1998. Ha, di nuovo, rotto con Olivier Manchion - che difatti non suona in codesto disco. Soprattutto ha girato l'Europa in compagnia dei due Faust Werner Zappi Diermaier e Jean-Hervé Péron. Quindi è entrato a far parte in pianta stabile della storica band tedesca, con cui ha di recente pubblicato un disco, "C'est compliqué". Infine ha messo in piedi la Acid Cobra Records, perché ha deciso di prodursele da solo le canzoni, e ha preso a lavorare su questo disco. Questo Ep. "Soleils".

Anche questa volta Amaury ha mischiato le carte. Tre anni fa, in Germania, durante il festival annuale organizzato dai Faust (l'Avantgarde Festival - quest'anno dal 28 al 30 di agosto), incontra James Johnston. James Johnston è il leader e la mente dei Gallon Drunk, nonché uno straordinario musicista (ha collaborato e collabora, tra gli altri, con Nick Cave & the Bad Seeds, Mick Harvey e Lydia Lunch) e accetta di buon grado di suonare gli organi e le tastiere in "Soleils". Poi gli presenta Rosie Westbrook. Australiana, suona il contrabasso. Di recente è stata in giro per il mondo con Mick Harvey (e ha suonato il contrabbasso nell'ultimo disco del rosso, "Two of Diamonds"). Prende anche lei parte alle registrazioni del disco. Alle batterie troviamo invece l'immancabile italiano: Alessio Gioffredi.
Il disco, manco a dirlo, è buono. Amaury Cambuzat è autore ispirato. Scrive bene ed è un eccellente musicista. In bilico tra krautrock, noise e cantautorato, poco importa se francese o meno, dà anche questa volta alle stampe un eccellente lavoro, la cui unica pecca, semmai, va ricercata nella brevità del prodotto (una ventina di minuti).
Sottovalutati e spesso ignorati da critica e pubblico, questo interessante dischetto può essere un buon mezzo per saggiare le qualità degli Ulan Bator se ancora non avete avuto modo di ascoltarli. E può tornare buono per chi invece conosce già bene la band. Perché gli Ulan Bator con "Soleils" hanno fatto un ulteriore, piccolo, passo in avanti rispetto al precedente "Rodeo Massacre".

A proposito. Se capitano dalle vostre parti non ve li perdete che dal vivo sono sempre straordinari.

Bene, bravi. Ci rivediamo a settembre.

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