Dire che per almeno dagli anni 00 ad ora, la musica è da considerarsi ancora troppo giovane, per essere consegnata definitivamente alla storia, perchè ancora in fase digestiva in un tempo culturale in atto, come invece è già definitivamente avvenuto per il resto, equivale giustamente ad esaltarla e farla splendere in tutta la sua dirompente novità, alla luce del sole.

Fin'ora, per quanto mi riguarda ho sempre scavato nell'inesauribile miniera della seconda metà degli anni '60 e poco più, alla ricerca di preziosi artefatti, coperti dalla polvere inesorabile del tempo, che non mi sento di lasciare marcire nella discarica della storia, in quanto troppo meritevoli di dignità artistica ed è come sprecare un cospicuo patrimonio. Questa musica è figlia di un'epoca dai mezzi tecnici di registrazione ancora giovani e dagli "stili datati" (oggi risulta anche interessante). Se invece cercate suoni accattivanti mega digitalizzati, se subite il fascino di forze sonore erogate da registrazioni soffisticate da dare in pasto ai vostri affamati impianti, allora non potete trovare tutto ciò nella musica che vi propongo. O se anche cercate generi e sottogeneri sempre nuovi, sarebbe meglio a volte non perdersi troppo in catalogazioni esasperate e rispettare di più le qualità peculiari ed originali di una band, ma in fondo lo facciamo un pò tutti, ridurre a schematismi, chi più chi meno. Preferirei per il momento far rientrare la musica in pochi stili e in poche categorie, quelle che hanno fondato la musica del '900 e qui non vado oltre per ragioni contestuali.

Dicevo, la bellezza di queste registrazioni è sorretta dall'alto contenuto musicale e dall'uso ancora spiccatamente "artigianale" degli strumenti. Un'altra di queste band, spogliata dalle leggi di mercato e consegnata alla storia, sono gli Ultimate Spinach, americani di Boston di Ian Bruce-Douglas e Barbara Hudson, col loro primo eponimo album del 1968. Lavoro straordinario del "Bosstown Sound" dalle atmosfere morbide e poco aggressive e dai notevoli picchi lisergici, dato il noto reiterato esercizio ad assumere droghe del suo fantasioso fondatore, amico intimo del guru profeta dell'LSD Tymothy Leary. la particolarità di questo lavoro è che sembra dominato da forze misteriose che emergono dal profondo dettando le linee guida e i punti armaonici per condensazioni acide molto originali. L'uso costante dell'organo Farfisa in questo disco, come del resto molto in voga nei gruppi psichedelici americani del periodo, è più simile ad un'esperienza ipnotica come Music Emporium, che quella più superficiale dei cugini Beacon Street Union, ma con basi cadenzate, acusticamente più solide e di grande gusto, che ricordano Jefferson Airplane e Grateful Dead. Questo "same" è un dinosauro psichedelico contenente capolavori come "Ego Trip", composta dalla "cavia" Bruce-Douglas (voce e chitarra) sotto effetto conclamato di LSD; la strumentale "Sacrifice of the Moon" influenzata da Erik Satie, la meravigliosa e cadenzata "(Ballad of the) Hip Death Goddess" cantata da Barbara Hudson è un tipico mantra ipnotico ossessivo di 8:18 minuti. La seconda facciata si apre con un pezzo di grande fascino, la solenne e greve "Your Head in Reeling" che definisce lo stile complesso e ricercato degli Ultimate Spinach, descrizione visionaria degli incubi e delle sofferenze del leader Bruce-Douglas. La notevole "Baroque #1" che ripropone al suo interno "Section 43" di Country Joe and the Fish; infine "Pamela", altro pezzo pressochè strumentale supportato da soavi cori, dove si ode l'influenza di Bach ed Handel.

Collochiamo quindi gli Ultimate Spinach nei paradisi artificiale, come abili testimoni, intenti a spostare l'attenzione dalla California all'East Coast, nel magico momento della psichedelia americana. Immancabile!

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