"La dieta dell'imperatrice" è il nuovo disco di colui che fu Moltheni, e fu Pineda; sinceramente aspettavo con curiosità il ritorno del musicista marchigiano nelle vesti di "solista" dato che già col vinile "Pineda" lasciava supporre che il suo addio al progetto "moltheni" sarebbe potuto essere un arrivederci sotto altre vesti.
Di solito il mio approccio ai dischi di moltheni è sempre stato prudente, difficilmente mi lascio andare a facili entusiasmi, infatti se si parla di musica attualissima (nel senso di prodotta ai nostri giorni) specie poi se di matrice italica; e quasi mai ho avuto modo di restar deuso dall'ascolto dei suoi lavori.
Si può dire che "La dieta dell'imperatrice" mantenga questa tendenza, scampata la paura quindi di trovarmi di fronte ad una copia esatta dei suoi vecchi dischi (che a dire il vero non che fossero ripetitivi nemmeno loro) ho trovato un Giardini nel quale certamente è riconoscibile lo stile del progetto che fu ma che evidenzia anche la voglia sincera di suonare e di dire ancora. Le tematiche sono quelle di sempre: amori difficili (compreso quello con il mondo discografico), e gli aspetti malinconici della vita che prendono il sopravvento su quelli lieti.
Il disco si apre con la title track o meglio "L'imperatrice" un gioiello stumentale, appena accennato quasi a voler mettere in chiaro subito la difficoltà di godere appieno delle cose, l'esperienza che potrei definire più squisitamente rock? (non so le etichette mi piacciono poco) con i Pineda si rende evidente in pezzi come "Il desiderio preso per la coda", e "Il sentimento del tempo" segnalerei anche "Discographia"brano tipicamente "Moltheniano". Umberto Maria Giardini in sostanza torna con un lavoro parecchio "suonato" lasciando un pò da parte (ma non completamente) le sonorità folk dei dischi precedenti gli ultimi due, proponendo un suono più elettrico e anche un po' più energico.
Casa discografica: "La tempesta/Venus"
Produzione: Antonio Cooper Copertino.
Elenco e tracce
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