Quando la natura svela le sue forme orribili dispiegando un tappeto assurdo di fronte ai propri passi, deve esserci un cantore, senz'occhi né anima, fermo al crocicchio fangoso, malfermo sulle gambe e monolitico nella sua stolta arte, creato con lo scopo di narrare la nuova nudità della realtà. Deve, il cantore, giungere alla perfetta riproduzione del ghigno basso e ronzante che colpisce alla testa ed alle ginocchia, che tramuta il teschio senza labbra che diveniamo, del grido di perfetta apatia che assale l'aria attorno alle fauci di coloro non possono proseguire nello stretto sentiero di sassi dell'esistenza.

 

What are the roots that clutch, what branches grow

out of this stony rubbish? Son of man,

you cannot say, or guess, for you know only

a heap of broken images, where the sun beats,

and the dead tree gives no shelter, the cricket no relief,

and the dry stone no sound of water.

 

Sono battiti di un cuore sotterraneo o sovrannaturale che si aggira nei sottosuoli boscosi o nelle feste danzanti di vermi scuri mozzati del capo, sono i sospiri dell'Uomo che agita le sue vesti tra secoli privi di speranza, camminando con falcate abnormi e correndo trasportando sotto il braccio il feto rinchiuso del suo inesistente altrove. Sono le abitanti della palude, suonatrici di pianoforte e oboe, quelle zanzare che sbattono tutta la loro vita contro lanterne cieche e contro angoli bui di strada.

Sono gli scarafaggi dei creatori che conducono il mondo verso un sogno silente, rotanti attorno al centro senza posa di questo universo di lacrime ed incenso. Silent Dreams, e siamo oltre le colonne... Ma misi me per l'alto mare aperto, uscendo e sbattendo ogni tibia e femore presenti sul cammino stretto e straniero, ripetuto per migliaia di miglia con terrificante simmetria. L'Assurdo si cela nella speranza, conscio di ogni cosa e cinico come un cane itterico... They never hope... quando il fuoco riscalda i tuoi visceri fragili con cascate di vino la speranza cresce fino a divenire grande come il monolito, abnorme cumulo di rottami e immondizia, graffiato dalle zampe degli sciacalli ed avvolto dall'etereo velo di pace e bellezza, quando il fuoco riscalda i tuoi visceri l'Assurdo sembra lontano... e poi solo il vomito tra te ed il nulla. Scoordinata creatura che sorgi come il sole dell'estate e come l'estate muori, abbi pietà del nostro orrore, e delle croste sui nostri volti immondi, e sulle nostre fronti imprimi un sigillo che sia per noi lasciapassare contro le notti trascorse a interrogare il fuoco ed il fiume, fingi di ignorare il nostro passaggio e lasciaci alla luce dell'Eden perduto... prima che l'estate si richiuda alle nostre spalle e non possa più saldarsi, come lamiera bollente, ai nostri destini...

L'Assurdo ha questo volto. Mentre udiamo il battito insignificante le nostre voci si imperlano di sudore e le nostre mani cadono tratto dopo tratto, dimenticate fasce di lebbra nel corso di anni insignificanti e disperati, e le nostre occhiaie si riempiono di incubi e le vene dei nostri occhi appassiscono come garofani al sole... fissano i nostri sguardi frasi tracciate da mani adunche di mostri deformi sugli arazzi alzati dall'oscurità e le nostre orecchie si scarnificano in questo sibilo doom scarnificato e scoordinato, ripetuto da basse voci di caverna e di cielo grigio, senza altra maestria se non quella di accompagnarci nel vuoto grottesco dell'universo.

 

Ho forse dormito mentre gli altri soffrivano? Sto forse dormendo in questo momento? Domani, quando mi sembrerà di svegliarmi, che dirò di questa giornata?

 

 

 

 

 

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