La storia di questo film gradevole inizia con un bellimbusto a spasso con una bella ragazza, che a un certo punto, stufo di lei, la molla con inganno praticamente in mezzo a una strada: da li si dipanano le splendide immagini che il registra ci offre intrise di poesia e di sentimenti che riesce a dipingere in modo leggero e soave pur mettendo in luce le differenze di classe ancora presenti nella società italiana d'inizio anni Sessanta, che porteranno a un finale amaro.
Zurlini riesce soprattutto a mischiare una certa ironia con una certa disperazione, che mi ha fatto pensare a certe protagoniste dei film di Almodovar, difatti la protagonista, una splendida Claudia Cardinale, ancora doppiata ( ma stavolta giustamente) da Adriana Asti gliene capitano abbastanza anche se con la sua semplicità, con il suo essere naif sembra cercarsele e allo stesso tempo far sorridere mentre il regista, grazie anche alla splendida interpretazione di Jacques Perrin, ci mostra tutta la tenerezza e la dolcezza e la forza della passione del primo amore in un ragazzo poco più che adolescente.
La bellezza di questo film è data appunto da queste entrate nell'interiorità dei personaggi, dal dialogo continuo di sguardi, silenzi e sottointesi sottolineati anche dal chiaroscuro, che il registra utilizza spesso sui volti dei due protagonisti.
La musica stessa fa parte del film, difatti alcune scene parlano solo le immagini e la musica sottostante con canzoni come "Il nostro concerto" di Bindi, "Impazzivo per te" di Celentano o "Il cielo in una stanza " di Paoli che ampliano ulteriormente l'atmosfera e il lirismo dipinti.
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