Oggi vi presento uno dei rompicapo più geniali mai concepiti: è opera della Valve (già conosciutissima per la saga di Half-Life), e si chiama Portal (2007).

La dinamica del gioco è molto semplice: possedete una pistola, sparando col tasto sinistro su qualsiasi superficie aprite un portale blu (un buco fondamentalmente), sparando col destro aprite un portale arancione. Qualsiasi cosa (voi compresi) entri da un portale, esce dall'altro (e viceversa, ovvio). Se volete potete addirittura guardare attraverso il buco di un portale quello che c'è all'uscita dell'altro, comunque sempre della stanza in cui eravate si tratta, anche se vi sembra di aver attraversato un muro, verso una nuova stanza. Se non state capendo (non è così immediato) guardate un istante il trailer in fondo alla recensione per farvi un idea. Ad ogni modo la forma di gioco è quella di uno sparatutto con visuale in prima persona. Ma cominciamo dalla trama.

Vi svegliate in una camera all'interno del "Centro di Arricchimento" della Aperture Science, una società che produceva tende per doccia, prima che il capo della baracca impazzisse, e decidesse di far successo progettando un "tunnel quantistico ad-hoc di dimensioni umane attraverso lo spazio fisico con possibili applicazioni come cornice doccia". Il progetto venne in seguito finanziato dal ministero della difesa, e l'arma che tenete in mano ne è il frutto finale.

Verrete in seguito guidati da una cordiale voce elettronica, appartenente ad un'onnipresente intelligenza artificiale, attraverso vari test, che si presenteranno sempre più pericolosi per la vostra incolumità. Ma almeno in caso di cadute vertiginose non avrete problemi, le gambe vi sono state sostituite da due sostegni metallici, simili a quello che possiede Eli Vance, il padre di Alyx, nella saga di Half-Life. Fanno impressione, ma non preoccupatevi, per il resto siete ancora una bella ragazza.

I test passeranno dal più semplice "raggiungere la porta dall'altra parte del baratro" all'attraversare un percorso pieno di torrette o pozze di acido. Non svelo la fine che è una sopresa, oltre che un'iniezione di nonsense. Ma non sarete soli lì dentro: vostro amico per un tratto del percorso sarà un adorabile cubo grigio con un cuore rosa, definito "Cubo da Compagnia". Ovviamente non parla e non si muove, è soltanto un cubo di metallo, ma vi sarà utilissimo nella risoluzione di alcuni enigmi. Vi vedrete alla fine costretti lo stesso a eutanasiarlo, gettandolo in un inceneritore.

E ora l'analisi.

La giocabilità è ottima, gli elementi di gioco a vostra disposizione sono pochi, semplici e intuitivi, e l'unico apprendimento necessario è quello nell'uso della pistola stessa, e dei suoi possibili utilizzi (liberate l'artista che è in voi). Ma nonostante questa limitatezza negli elementi disponibili, al gioco non manca proprio nulla. Anzi, è un pregio il fatto stesso di essere riuscito con sole due azioni a disposizione del giocatore (creare il portale blu, creare il portale arancio), a generare un tale numero di livelli e rompicapi, inseriti all'interno di una trama ben realizzata e coinvolgente.

L'umorismo all'interno di tutto il gioco è molto noir, seppur sotto una copertura di ordine e tranquillità suggerita dalle ambientazioni statiche e asettiche della prima metà del gioco. Ce ne accorgeremo meglio di questa vena noir nella seconda parte (di cui non vi parlo ovviamente), quando all'interno della trama avremo l'impressione di star perdendo il controllo, e anche quella sensazione di ordine che avevamo metabolizzato (ovviamente solo chi l'ha già giocato può capire). Piacevole e allo stesso tempo snervante, terrificante.

Ad ogni modo le ambientazioni sono molto belle e ben realizzate, pur nella loro semplicità, e cambiano nettamente a metà gioco, per dare al giocatore quella sensazione di cui parlavo prima, di spaesamento. Anche i "personaggi" sono ben caratterizzati, anche se non possono propriamente essere definiti "personaggi" nel senso più canonico del termine. Oltre al già menzionato Cubo da Compagnia, potremmo ad esempio trovarci faccia a faccia con delle torrette (che ricalcano quelle treppiedi di HL2), dotate di una accattivante voce metallica femminile, che ci parlano, mostrandosi con noi affettuose o invitanti.

Graficamente impeccabile, il gioco si basa sul motore grafico di Half Life 2, che, seppur non essendo più attualmente il migliore dal punto di vista grafico, è comunque degno di lode per la leggerezza con cui gira (merito di alcuni piccoli accorgimenti, es. ombre ad angolo fisso) e la versatilità. L'audio è buono, il doppiaggio in italiano è ottimo e apprezzabile.

In definitiva, Portal è un rompicapo in prima persona realizzato benissimo, con alla base una sola idea geniale (quella dei portali), e una trama coinvolgente, condita da un umorismo fantastico. Qualcosa di veramente nuovo, originale e geniale all'epoca (e forse ancora adesso), pur restando alla portata di tutti. Non più di 20 euro e vi portate a casa un capolavoro.

Nel frattempo, guardate il trailer: potreste innamorarvene.

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