1983. Un anno a dir poco magico per il metallo italico: vi si svolse il leggendario festival di Certaldo, il primo del genere in Italia, cui parteciparono i principali esponenti della scena metal italiana degli 80s ed uscì questo indimenticabile lavoro dei milanesi Vanadium.

Dopo l'uscita l'anno precedente del buon "Metal Rock", ispirato in gran parte all'hard rock dei 70s, questo "A Race with the Devil" vede un potente indurimento del suono da parte della band meneghina, che qui per la prima volta presenta la formazione "classica", che si manterrà inalterata sino allo scioglimento, nel 1990: dopo infatti il "licenziamento" di Carlo Asquini, fu arruolato alla chitarra il grande Stefano "Steve" Tessarin. Gli altri membri, per chi non li conoscesse, erano il cantante Pino Scotto, il bassista Domenico "Mimmo" Prantera, il batterista Lio Mascheroni e il tastierista Ruggero Zanolini.

Il suono dell'album, rispetto a quello del predecessore, è senz'altro più heavy, ma lo stile è ancora influenzato ampiamente dall'hard rock degli anni 70: ad aprire le danze è la classicissima "Get up, shake up", veloce e trascinante, vero inno al rock'n'roll. Un roccioso riff di chitarra ci introduce a quella che secondo me è la punta di diamante dell'album: sto parlando di "I gotta clash with you", una canzone granitica e compatta, dove a fare la parte del leone è la voce rauca e graffiante di Pino Scotto, rabbiosa come non mai. La successiva, aperta da un bellissimo arpeggio acustico, è "Don't be looking back", una ballad che non ha niente da invidiare a quelle delle coeve band estere, che alterna parti acustiche (che a mio parere somigliano un pò a quelle di "Beyond the Realms of Death" dei mitici Judas Priest) ad altre dove irrompe la chitarra elettrica di Tessarin, creando un capolavoro nel quale la voce sofferta del singer raggiunge altissimi livelli di pathos. Ma la tranquillità della ballad cede il passo alla title track, "A Race with the Devil", appunto: un suono di chitarre distorte, una risata diabolica, uno scream acutissimo e poi via! Una poderosa song che parla, se non si fosse capito, di moto e di velocità, ma che non disdegna di entrare anche nel merito del sociale, denunciando in qualche modo l'ipocrisia della società ("the people just don't realize / we're angry just bacause of them / they gonna pay the price, nobody knows the when") e sottolineando la coerenza della loro scelta rock con un assolo di chitarra velocissimo e che mi mette ogni volta i brividi. Segue "Running wild", altro evidente manifesto della loro filosofia di vita, aperta da una intro che ricorda vagamente gli Iron Maiden, per poi sciogliersi in una song affatto veloce, ma comunque quadrata e trascinante.

"Fire Trails", introdotta da una breve parte acustica, è in realtà una song rock&blues, che vuole semplicemente ribadire le origini musicali della band (non a caso è il nome dell'attuale band di Pino Scotto). Se credevate che il bello dell'album sia finito, resterete sorpresi, perchè la successiva, "Outside of Society", vi spara in faccia una velocità da speed metal inusuale per la stessa band, una denuncia dell'ipocrisia della società fatta con rabbia, impreziosita dal lavoro della tastiera di Zanolini, che si concede anche un assolo alla Deep Purple, seguito da una risposta della chitarra di Tessarin, che ci regala un altro capolavoro di velocità, precisione e soprattutto passione. Chiude l'album la strumentale "Russian Roulette", un bel pezzo, con numerosi cambi di tempo e un convincente sfoggio di abilità tecnica da parte del nuovo chitarrista.

Certo, l'inglese approssimativo dei testi è qualcosa su cui possiamo sorvolare, ma dobbiamo ammettere l'indubbia qualità del lavoro ed onorare il ricordo di una band senza dubbio all'altezza di molti blasonati gruppi esteri. Da tutto l'album trasuda la passione per il rock dei cinque, loro sì, VERI, con le loro storie di periferie cittadine, di moto, birra e donne, raccontate dalla voce tagliente di Pino Scotto. Soprattutto passione, sudore, ecco cosa esprime secondo me quest'album, da cui secondo me ancora oggi molti dovrebbero prendere esempio.

P.S.: Vi prego abbiate compassione di me, è la mia prima rece!!

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