Eccomi qui di nuovo a recensire il mio amato stonerrock, dopo parentesi creative come Urdury: ancora una volta Josh Homme rules!! Sono molto stupito che questo capolavoro di disco non sia ancora stato recensito.

Come molti sapranno, nelle desert sessions, il dio josh ogni tot si ritrova nel deserto vicino a Joshua Tree con tutti gli amici con i quali non ha ancora fumato tonnellate di marjuana, e così dicendo, date le proprietà geniali del Nostro e dei suoi amici, nascono delle vere chicche per la delizia dei fans. Basti pensare che solo nel 2003 Josh è comparso in ben 9 dischi, e non per manie di protagonismo. Chiusa parentesi.

Ospiti stavolta sono PJ Harvey in molte songs, Dean Ween dei Ween, Mark Lanegan (non più ospite ormai), e molti altri. Specialmente PJ dà grande prova di sé miscelando alla perfezione la sua voce nel sound desertico: ottima Crawl Home (primo singolo), con i coretti di sottofondo di Homme che sono meglio dell'LSD.
Rispetto alle precendenti sessions 7 & 8, queste sono migliori, nel complesso: più stoner, meno punk (non ho simpatia per le divagazioni punk di Olivieri), ci sono meno cazzate da 2 min usate come riempitivi, in definitiva trionfa il vero rock.
Per chi volesse almeno farsi un'idea, obbligatorie crawl home, dead in love, in my head... or something e subcutaneus phat. In particolare quest'ultima nell'intro somiglia molto a mexicola dei qotsa, canzone che adoro.

Per concludere, lunga vita a chi fa ancora album di qualità e che, dopo aver sfornato un capolavoro come Songs For the Deaf, pur cazzeggiando rilascia un altro disco di gran qualità.
C'è gente che ci mette anni per far uscire poi degli album penosi.
JOSH I LOVE YOU SO

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