Maggio 2008; Belgrado, Serbia.


Tutto è pronto nella Beogradska Arena, il teatro più grande d'Europa, per la cinquantatreesima edizione dell'Eurovision Song Contest, approdato in terra serba grazie alla vittoria, l'anno passato, di Marija Šerifovic.

Dall'Islanda a Israele, dalla Russia al Portogallo, i Paesi in gara sono quarantatrè, ossia tutti quelli che hanno una rete televisiva pubblica, tranne l'Italia (che non partecipa dal 1997), la Slovacchia, l'Austria (che ha preso un anno di pausa), il Principato di Monaco e il Kazakistan che ancora non fa parte dell'European Broadcasting Union; i telespettatori sono settecendo milioni in tutto il mondo.

Tra le novità di quest'anno due new entry: l'Azerbaigian e la piccola Repubblica di San Marino.

Dato l'alto numero di partecipanti, il format della manifestazione è leggermente cambiato: non più due serate ma tre: due semifinali, dalle quali le prime dieci classificate (in base a un televoto) passano di diritto alla finale di sabato 24 Maggio assieme alle Big Four (Regno Unito, Francia, Spagna e Germania, che si accollano la maggior parte delle spese di produzione) più la nazione ospitante, in questo caso la Serbia.

Già circa un mese prima dell'evento viene pubblicato il doppio cd contenente le canzoni in gara, per dare modo al pubblico di familiarizzare coi pezzi e votare in maniera più consapevole.

Tra luci sfavillanti, festeggiamenti e scenografie psichedeliche ha inizio lo show.

Quasi tutti i generi musicali esplorati: dall'hard rock finlandese alla dance islandese, passando per le ballate melodiche presentate da Portogallo, Albania e Moldavia. Anche quest'anno non mancano esibizioni trash, come quella irlandese, che presenta un brano decisamente brutto, interpretato da Dustin The Turkey: un pupazzo animato. L'eliminazione è, fortunatamente, quasi immediata.

Un pezzo d'Italia è presente anche quest'anno: la Svizzera è rappresentata da Paolo Meneguzzi con la sua "Era Stupendo" [sample], pezzo tipicamente sanremese, che però non passerà la semifinale (con buona pace di chi sostiene che la musica melodica italiana sia amata in tutto il mondo). Meneguzzi è il primo cantante da undici anni a questa parte a partecipare nello stesso anno sia a Sanremo che all'Eurofestival. Con scarsi risultati. Un altro italiano in gara è Roberto Meloni, sardo, che rappresenta come lo scorso anno la Lettonia, eguagliando Domenico Modugno, che partecipò per due anni consecutivi alla kermesse. Ovviamente anche i sammarinesi Miodio cantano nella nostra lingua: un pezzo melodico molto mediocre (e un'esecuzione davvero brutta) dal titolo "Complice", anche loro fatti fuori alla semifinale.

Per la Russia torna il bel Dima Bilan, vincitore qualche anno fa della versione russa di "Amici", ormai idolo delle teenagers dell'Est Europa. Già due anni fa si era classificato secondo con "Never Let You Go"; quest'anno ci riprova con "Believing" [sample]. È il grande favorito; con lui sul palco volteggia Evgeni Plušenko, campione olimpico di pattinaggio su ghiaccio, ma i due devono vedersela con altri rappresentanti agguerriti e altrettanto favoriti: la bellissima Ani Lorak, per l'Ucraina, interpreta "Shady Lady" [sample], un energico brano dance che travolge il pubblico vuoi per la potenza vocale, vuoi per la prorompente bellezza della cantante. La Grecia risponde con la giovanissima Kalomira Saranti e la sua "Secret Combination" [sample]. La giovane ha grinta ed è un misto tra Beyoncé Knowless, Shakira e Jennifer Lopez: sgambetta ed ammicca, riconfermando la Grecia uno dei Paesi che negli ultimi anni ha presentato i brani migliori.

Novità di quest'anno, la Georgia presenta l'artista nonvedente Diana Gurstkaya, che interpreta un bellissimo brano dal titolo "Peace Will Come" [sample]. L'artista caucasica è forse una delle migliori interpreti di questa edizione. Anche Israele presenta un brano molto bello: Boaz Mauda interpreta "Ke'ilo Kan" [sample], una bella ballata dai ritmi tipicamente ebraici, che ha per autrice nientepopodimeno che Dana International, diva d'Israele, che trionfò nel'edizione del 1998 con "Diva". In realtà il brano doveva essere un duetto tra i due, ma alla fine Dana ha generosamente optato per lasciare all'emergente Mauda l'onore e l'onere dell'interpretazione, per dargli più visibilità. Torna dopo nove anni la norvegese Charlotte Perrelli, già vincitrice in quel di Gerusalemme nel 1999, che interpreta "Hero", sfoggiando un vistoso lifting, che sicuramente colpisce più del brano.

Decisamente carine anche le proposte della Danimarca, con Simon Mathew e la sua "All Night Long" [sample] (un rockettino stile inglese) e della Norvegia con Maria Haukaas Storeg che esegue un brano dal titolo "Hold On, Be Strong" [sample]. Dei big four sono degni di nota le tedesche No Angels che ci regalano "Disappear" [sample] l'inglese Andy Abraham, con un gustoso pezzo dal titolo "Even If" [sample]. Particolare la scelta della Spagna di farsi rappresentare dal comico Rodolfo Chikilicuatre, che interpreta un divertente raggaetton dal titolo "Baila El Chiki Chiki" [sample]. Purtroppo l'interpetazione è scarsa, e il suo piazzamento in classifica è decisamente basso.

Contrariamente agli anni passati, questa edizione è caratterizzata dalla scelta di molti artisti di cantare nella loro lingua: abbiamo quindi canzoni in sloveno, serbocroato, albanese, finlandese, greco (Cipro), ebraico, portoghese e diversi altri idiomi.

Terminate le esibizioni, la finale prosegue con un quarto d'ora dedicato al televoto, in cui il pubblico di tutta Europa può votare la sua canzone preferita (ad esclusione del concorrente della propria nazione); dopodichè i conduttori (in questo caso Želiko Joksimovic e Jovana Jankovic) si collegano coi vari Paesi, i quali comunicano i risultati del televoto interno, assegnando i punti, da 12 a 1.

C'è da dire che questo sistema di voto da diversi anni suscita grandi polemiche: è ormai chiaro che il pubblico non assegna i voti in base alla canzone migliore, ma alle affinità culturali tra Paesi. In altre parole, l'Ucraina assegna 12 punti alla Russia, la quale contraccambia il favore. Cipro fa altrettanto con la Grecia, l'Azerbaigian con la Turchia e così via. Quest'anno non è da meno.

Parte comunque subito alla grande la Turchia: per i primi minuti pare che i Mor ve Ötesi siano destinati a vincere con "Deli" ("folle") [sample]. È un testa a testa con l'atavica rivale, la Grecia. Anche l'Armenia e la sua giovane e affascinante interprete Sirusho, che ha cantato il brano "Qele Qele" ("vieni, vieni")[sample] si fa minacciosa, e sale in classifica, raggiunta e superata presto, però da Ucraina e Russia.

Si delinea presto un'approsimativa classifica: scalzate Armenia e Turchia. La parte del leone la fanno, come ormai consuetudine, Russia, Ucraina e Grecia, che si contendono il primo posto e non è una sorpresa la vittoria di Dima Bilan; piuttosto è una novità il fatto che, dopo diversi anni in cui le prime dieci posizioni erano occupate esclusivamente da Paesi dell'ex blocco sovietico (tranne Grecia e Turchia, sempre ai primi posti), quest'anno si piazza decisamente bene la Norvegia con un quinto posto di tutto rispetto. Notevoli anche il Portogallo e l'Islanda che, per la prima volta da che la kermesse si svolge in più serate, conquistano la finale. Bene anche Serbia, Israele, Bosnia Erzegovina e Georgia.

Male, malissimo il Regno Unito, Polonia e Germania, fanalini di coda a parimerito con soli 14 punti contro i 272 della vincitrice Russia. Dima Bilan, sotto una pioggia di sfavillanti coriandoli, viene premiato dalla Šerifovic, ed offre al pubblico una seconda interpretazione del brano vincitore.

Appuntamento quindi a Mosca nel maggio 2009

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