Il 12 marzo 2000 a Genova, al Teatro Carlo Felice e in piazza De Ferrari, dove gli spettatori hanno potuto seguire il concerto su schermo gigante, si è svolta una delle più belle e toccanti manifestazioni musicali degli ultimi anni: il concerto-tributo al grande Fabrizio de Andrè.
Il tutto è ora documentato anche su CD, grazie alla Fondazione De Andrè che ne ha disposto l’uscita per devolvere il ricavato a progetti di solidarietà sociale. Un gran numero di grandi e piccoli artisti italiani si è riunito in quella magica serata per un ricordo appassionato del nostro più grande cantautore, alla presenza di un pubblico dove erano in prima fila tutti quegli “ultimi” di cui lui ha sempre cantato (i barboni, le prostitute, gli scostumati e gli azzimati, gli anonimi e i famosi, come dice il libretto allegato al CD).
Nonostante il cast di prima grandezza, qualche momento debole c’è pur stato, ma andiamo con ordine. Il primo CD viene aperto dall’imbarazzante esibizione di Adriano Celentano che non si ricordava (nemmeno con il testo sul leggio...) le parole di “La guerra di Piero” , facendo così una delle più pietose figure che la storia musicale italiana ricordi ed essendo così giustamente ricoperto di fischi, oltrechè di ridicolo. Il fatto che poi sul CD ci sia la versione “riveduta e corretta” non giustifica il fatto che un professionista non si ricordi il testo di una canzone che a me avevano insegnato alle elementari... Zucchero recupera all’improvviso tutta la sua credibilità per proporre una bella versione di “Ho visto Nina volare”. La Premiata Forneria Marconi è presente con la sempiterna “Il pescatore”, e Gino Paoli canta benissimo “La canzone dell’amore perduto”. Franco Battiato si commuove su “Amore che vieni, amore che vai” e manca l’ultima frase, la Vanoni fa sua “Bocca di rosa”, poi c’è una versione francese della “Canzone di Marinella” fatta da Roberto Ferri. Teresa De Sio trasforma in una tammurriata “La ballata del Michè”, mentre il suono dell’arpa illumina “Inverno” di Cecilia Chailly. “ Verranno a chiederti del nostro amore” è resa in maniera elegante in una versione per piano e chitarra acustica da Eugenio Finardi, e i Mercanti di Liquore ribadiscono le loro grandi affinità con Fabrizio con “Geordie”. Roberto Vecchioni offre una emozionante versione di “Hotel Supramonte” e Ligabue rallenta al punto giusto “Fiume Sand Creek”.
Bravo Vasco Rossi che offre una sua rilettura di una canzone fra l’altro piuttosto lontana dal suo stile, “Amico fragile”, la Mannoia con la solita classe in “Khorakhanè”. Jovanotti, anche lui, con una buona versione acustica di “La cattiva strada”, poi Vittorio De Scalzi con uno dei capisaldi dei New Trolls, “Signore io sono Irish”, di cui Faber è stato coautore. Enzo Jannacci recupera “Via del Campo”, che poi si saprà essere un brano scritto da Fabrizio su musica di Enzo. Loredana Bertè splendida con una canzone difficile su Pasolini, “Una storia sbagliata”, poi Edoardo Bennato incanta la platea con la sua resa da “one man band” (chitarra e tamburello) per “Canzone per l’ estate”. Da genovese a genovee con amore, è questo il significato della presenza di Francesco Baccini che propone “La ballata dell’ amore cieco” . Oliviero Malaspina, che quando Fabrizio si ammalò stava scrivendo un album con lui, è presente con “Canzone del padre”, non potevano poi mancare Massimo Bubola con “Andrea”, Mauro Pagani con “Sidun” e, insieme a Cristiano de Andrè, con “Creuza de ma”.
Si chiude con un’operina cantata da Gian Piero e Roberta Alloisio, “King”, tratta dall’operina “Malavitaeterna” .
Un bellissimo tributo per un grandissimo cantautore.
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