Umiliato, rattristito, mortificato. Come descrivere il sentimento che mi attanaglia dopo 4 mesi di collaborazione (gratuita) con il progetto DE-Baser?
Capisaldi della musica rock sviliti da commenti superficiali (Pink Floyd - Wish You Were Here), cosette normali celebrate come capolavori (Subsonica), veri "pezzi pregiati" del secolo (Hancock, Can, Coltrane) che raccolgono una o due votazioni al disco, sintomo che pochissimi li hanno ascoltati e nessuno trova nelle recensioni, pur belle, il men che minimo stimolo ad avvicinarcisi!
E che dire degli Slipknot?

L'assoluto disinteresse per la recensione di Eva Cassidy mi spinge a gesti drastici.
Ecco allora che, per festeggiare l'anniversario dei 4 mesi dall'inizio della collaborazione, vi regalo la recensione di un cd che, magari remasterizzato abusivamente, certamente riempirà tanti e tanti portacd che ci si porta in auto.
Ne "Il programmino", Gigi D'Agostino (che rima, sarà un caso?) inserisce brani personali e brani di altri autori. Questi ultimi sono molto vicini al suo stile, evoluzione che il suono Cecchetto ha conosciuto negli ultimi vent'anni e che, con la potente struttura di Radio DJ, ha quasi imposto un monopolio nel panorama nazionale.
Tra questi, ce n'è qualcuno un po' datato che, possiamo immaginare, sarà stato inserito a mò di omaggio da un romantico D'Agostino, per sottolineare l'importanza che possa aver rivestito per la sua cultura professionale.

E forse è proprio "Face to Face- Heart to Heart" il brano più carino, ché ha almeno ha il merito di rammentarci le serate in cui, adolescenti, guardavamo le belle ragazzine che ci facevano sospirare ma cui non osavamo avvicinarci (che con l'esperienza di poi, vallo a sapere che magari ce la davano pure...); segnalo anche Soulkeeper e Jay-Jay Johanson nel cd1 e Van Dyk, Nebular B e Allure nel cd2 (quanta abbondanza), che però meriterebbero un altro contesto per lo stile cui vanno inseriti e che rappresenta verosimilmente il massimo della libertà che D'Agostino si concede (gli concedono?) quando prepara qualcosa.

Tra le varie lacune, manca un riconoscimento ai lavori di LFO, William Orbit e compagnia bella, che certamente, anche se "di striscio", appaiono nella produzione di D'Agostino.
Tra i suoi lavori presenti, non tutti i migliori, qualcuno rovinato da re-mix privi di senso, salverei solo Hymn.

Una compilation da cui, con adeguato lavoro di forbici, si può ricavare un adeguato cd da ascoltare in auto, rigorosamente a tutto volume con i finestrini abbassati, dal non trascurabile pregio che riuscirà a celare gli effetti distorsivi della tenuta in potenza del nostro impianto e ci renderà così felici.
Sono pronto a scommettere che ci troviamo di fronte a un grande Best Seller.

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