Pornografia, d'autore.

Musica, quanto basta per essere definita rumorosa e fottutamente accattivante. L'anno è il 1996 e la Amphetamine Reptile - una delle più importanti etichette indipendenti ed underground a tutt'oggi - pubblica questo gioiello di colonna sonora, vuoi per la voglia di scommettere e rilanciare, vuoi per la matrice sperimentale e fragorosa del rooster di artisti a disposizione. Completamente controcorrente rispetto alla frenesia revivalistica che ha interessato nell'ultimo decennio l'easy listening e l'exotica (con dei reprint ultra-feticci, presentati in attraenti confezioni e libretti generosamente illustrati), operazione il cui scopo di lucro è abbastanza evidente ed il cui standard qualitativo lascia il più delle volte a desiderare, l'Amphetamine Reptile è la prima e la sola a compiere il salto nel vuoto: è il rock - crudo ed abrasivo - con la sua innata propensione alla trasgressione e al proibito, che deve giocare la parte del leone.

Screwed è esemplare in questo senso e suona come un porno-rock-manifesto unico ed irripetibile: una goduriosissima raccolta di brani quasi completamente inediti, lascivamente composti per mimare e "sdrammatizzare" gli amplessi più caldi della pellicola in questione. Una scuderia dei più autorevoli destabilizzatori nel panorama musicale dell'epoca. Quindi danze sfrenate e delirio rock'n roll per inneggiare al paradisiaco binomio fellatio/cunnilingus e più in generale tributare il culto cinematografico a tripla X. Uno scambio di fluidi – è il caso di dirlo- che funziona alla perfezione. Soprattutto quando le irresistibili Halo Of Kitten con la loro 'contraddittoria' "I Hate Porn" scrivono il brano rock più ninfomane della storia della musica. O quando è la sensuale Cristina Martinez, accompagnata dall'illustre coniuge Jon Spencer a dar vita a quel garage-stomp pestato e sexy che è "Black Throat". Ruvidissimi poi gli Hammerhead, qui insieme a Kat Bjelland delle Babes In Toyland e alla tromba schizoid-free di Mike Selle. I newyorkesi Guv'ner giocano a fare la gioventù sonica alle prese con lubrificanti e arnesi vari mentre gli Strapping Fieldhands con la loro "Porn Weasel" sbiascicano qualcosa a metà tra il delirio stile Mr Bungle e il rock debosciato dei Cheater Slicks. Pazzesche le svisate elettrofuzz dei Cows ed imperdibile la cazzonaggine funkadelica dei Big Chief. Spuntano anche i Mudhoney, che riscattano le deludenti prove della loro "seconda fase" con un'anfetaminica – poteva essere altrimenti?- traccia dal titolo "Goat Cheese", quasi fossero i vecchi tempi. La ciliegina sulla torta ce la mettono però i Melvins con "I Like Porn" (chiaro il concetto, no?) imbastendo un numero funk-lounge assolutamente vizioso e depravato che da solo vale l'acquisto del disco.

Screwed non è soltanto una delle colonne sonore più interessanti mai scritte ma anche una preziosa testimonianza sul rock indipendente anni '90; roba che passa una volta sola. Ad ogni buon conto il film è un cult, fate voi.

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