Monumentale opera dell'ormai consolidato sodalizio Musea-Colossus, "Inferno" si pone come vertice assoluto di una lunga serie cominciata proprio con un'altra monumentale opera, quel "Kalevala" che decretò appunto l'inizio fortunato di questo progetto.

In questo frangente bisogna dire che la Musea non ha proprio badato a spese (segno che questi tributi funzionano):

Booklet di 80 pagine a colori, splendidamente creato da quel Davide Guidoni che ormai si trova un po' dappertutto (Tilion, Hostsonaten sono due splendidi esempi!) prefazione dello stesso Team di Colossus, addirittura traduzione di testi non aglofoni... insomma un antipasto ricco che lascia presagire grandi cose...

...le quali puntualmente arrivano col primo brano: "Lasciate ogni speranza voi ch'entrate" dei riformati Nuova Era con la sezione ritmica dei disciolti Taproban è il biglietto da visita migliore di questo tributo, un grandissimo pezzo! Stesso discorso vale per Yesterdays e Little tragedies, segno che dall'est arriva un segnale forte e preciso, un gradino sotto i Lady lake, formazione abbastanza conosciuta a ridosso dei '70 per un pezzo purtroppo anonimo e poco coerente con l'opera da descrivere. Alla fine del primo cd ed all'inizio del secondo due grandi pezzi a firma Colossus Project e Court; grandi orchestrazioni e soprattutto ottime prove vocali. Leggermente sotto tono anche i Wicked minds, soprattutto per quello che ci avevano lasciato intuire dai loro due cd, mentre grandissimi  (il picco assoluto insieme a nuova era!) i Garamond, gruppo della scuderia Lizard, tra i piu' originali e dotati di tutto il lotto. Altra gradita sorpresa sono gli Ozone player (dove ritroviamo ancora la sezione ritmica dei Taproban!) tra i migliori a centrare il mood dell'opera insieme a Contrappunto project, dove il gran piano detta delle linee assolutamente strepitose!

Il quarto cd è forse quello che decolla di meno grazie alle prove un po' opache di una serie di gruppi alle prime armi (Armalite, Corte aulica) ed alla eccessiva spigolosita' di altri (Nathan Mahl). Fortunatamente proprio sulla linea del traguardo vengono a salvarci i Simon Says, gruppo ormai di una certa levatura, che mette il sigillo sull'uscita migliore del 2008.

Visto la considerevole durata dell'opera (circa 4 ore!!!) è inevitabile la presenza di alcuni filler, ma dall'altra parte ci sono cose che risveglierebbero i sensi a qualsiasi progster incallito.....cosa aspettate???

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