Sono forse di fronte ad una sorta di ciclope epico immerso nei suoi sogni? Sposto lo sguardo sul titolo per cercare una chiave di lettura a questa immagine: Epic Mono. "Epic" mi fa pensare immediatamente alla poesia nell'antichità, dove a dominare sulla storia era il mito ed insieme il sogno. "Mono" lo collego a quell'unico occhio disegnato sulla mascherina concilia-sonno indossata da VegetableG: un solo occhio che simboleggia forse la porta d'ingresso per i suoi sogni... lì tutto è sottoposto ad una visuale insolita, distorta, la visuale di un occhio solo, ma capace di leggere a fondo, scovando e portando a galla ciò che di noi stessi ignoriamo o reprimiamo: paure sedimentate, desideri repressi, perversioni anelate...

Starò forse per entrare in un'altra dimensione? ...il viaggio inizia... Il titolo del brano d'esordio rinvia già a qualcosa di non perfettamente definito, di percettibile, ma non codificabile: "Holograms". I primi secondi (che sembrano ricordare l'intro di Idioteque dei Radiohead) sono sopraffatti da una melodia soffice nel cantato e nei tasti del pianoforte, ma decisa nella chitarra e ancor di più nella batteria regolarmente presente in tutto il brano, fino a quel crescendo tutto strumentale che è una scala sulla quale inizia ad innestarsi il disorientamento poetico, il trionfo delle sole emozioni, il distacco da ciò che si è ogni giorno. Segue "Green Forever", pezzo caratterizzato da un refrain che impiega poco ad imprimersi nella mente, il tutto viaggia su ritmi scanditi da un morbido pianoforte e una chitarra che a volte si affaccia prepotentemente. "Dreamkeeper" vede un inizio ricco di noises, effetti stranianti dove la voce di VegetableG sembra quasi voler infondere inquietudine. Emerge una notevole abilità che non ha nulla da invidiare al grande Thom Yorke, nel servirsi di creature elettroniche per creare mondi paralleli... ed è in uno di questi che mi trovo adesso, un mondo fatto solo di sensazioni, nulla di tangibile, di materiale... Il viaggio sublimante continua sulle note di "Rainy Rooms": chitarra dolcissima per un tratto inasprita dalla batteria, ma subito raddolcita dalla melodia stupenda di un piano elettrico... "Kiss me" ripete VegetableG..."Kiss me"... anche in questa dimensione surreale si cerca l'amore... Tutto è pervaso da suoni, echi, riverberi misti a note...
Sono sospesa, la musica è densa, mai interrotta da frammenti di silenzio. Momentaneamente "Traffic" sembra ricondurmi nella frenesia umana con quel ritmo accelerato su cui si fanno spazio partiture quasi esclusivamente elettroniche. Una voce metallica fa il suo fugace ingresso per sparire subito dopo... intanto mille frammenti di immagini si sovrappongono... sono ferma, ma davanti ai miei occhi scorre la modernità: neon, luci aggressive, colori decisi. Effetto? Totale disorientamento... forse un incubo... "Procella": titolo latineggiante per evocare una tempesta. Melliflua tempesta di suoni fluttuanti, ovattati, che mi culla verso realtà solo immaginabili, oniriche, luoghi puri dove esisto senza avere consistenza, dove guardo senza avere occhi... tutto è atmosfera rarefatta... i miei passi non toccano terra... E' questo forse il brano più evanescente dell'intero album, un brano in cui dimentichi di essere uomo e che considero la massima stilizzazione di altri 2 brani presenti in "Epic Mono": "The Outsider" e "Capsule of Love", brani delicatissimi che ricordano soluzioni musicali alla Sigur Ròs. Una chitarra che è quasi una ninna-nanna apre e suona per l'intera "Capsule of Love". Lo stato di sospensione cresce... "sleep and dream"... tutto procede dolcemente finchè la stessa chitarra sembra farsi dura e distorta... i suoni non sono limpidissimi... sullo sfondo ci sono sempre quelle creature elettroniche e terribilmente spaesanti...

Elettronica e rock dunque fusi per generare finalmente qualcosa di nuovo. Prendo l'involucro di questo lavoro curatissimo, ne guardo il retro: DORME... sotto quelle palpebre chiuse tutto fluttua, niente accade...

Carico i commenti...  con calma