Voglio parlarvi di un disco che mi è capitato tra le mani quasi per caso: "La Chanson De Provence" di Veronique Chalot. A dire il vero, dal punto di vista visivo quel dischetto non era una novità per me. Già altre volte l'avevo notato, dimenticato in qualche angolo di casa mia. Misteriosa provenienza. Non mi era mai venuta in mente l'idea di ascoltarlo. Sarebbe stato così semplice farlo ma ero solo un bambino e la copertina, sinceramente, non mi attirava. Qualche mese fa, mio padre lo mise dentro al lettore e il disco partì dopo tantissimi anni di crudele inattività.

Cos'era quella musica? Da dove proveniva quel suono sacro che odorava di antico? Rimasi incantato ad ascoltare in silenzio. Ero incatenato a quel suono così secco e maestoso. Ero emozionato per la nuova, preziosa scoperta ma non volevo darlo a vedere. Ormai quel dischetto impolverato apparteneva a me e solo a me. Una volta finita la riproduzione l'avrei furtivamente rimesso nella sua custodio e l'avrei portato al sicuro, in camera mia.

Il disco è stato inciso nel 1975, in Italia, dalla giovanissima Veronique Chalot che propone 10 brani tradizionali, antiche ballate provenzali e bretoni, dal XIII° al XVI° secolo. E' musica di una purezza sbalorditiva. La strumentazione è essenziale ma incredibilmente completa e precisa. La voce è sicura ma rimane morbida e controllata; Veronique Chalot tira fuori dei suoni che sembrano arrivare direttamente dal passato, al sicuro da qualsiasi altra contaminazione.

Vi consiglio vivamente questo disco che per me è stato una piacevolissima scoperta. Un piccolo tesoro rimasto tra la polvere per troppi anni.

 

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