Varie possono essere le ragioni per cui si sceglie di vedere un film.. Per "Falling (Storia di un padre)" mi aveva incuriosito una segnalazione da parte di un amico cinefilo quanto me , che mi consigliava la pellicola anche perché, in un ruolo secondario ma particolare, figurava il regista David Cronenberg autore di film anomali rispetto a certo mainstream cinematografico (da "Videodrome" in poi..) . Ed effettivamente vederlo recitare nella parte di un proctologo (proprio lo specialista che effettua la visita urologica, tanto per intenderci... ) fa una certa figura . Eccolo indossare il camice d'ordinanza e i guanti chirurgici per la bisogna mentre il paziente (?!) attende disteso sul lettino . Fortunatamente poi non vengono mostrati i successivi dettagli, mentre comunque lo spettatore (beato lui..) se ne sta assiso a vedere solo un film ..

Ma al di là di queste note marginali di colore "Falling (Storia di un padre)" merita un'opportuna segnalazione per vari motivi. Il regista Viggo Mortensen (già attore valido e basterebbe ricordarlo in "Green book") affronta un tema attuale nella società contemporanea ovvero la fatica di invecchiare di tante persone, con tutto ciò che ne consegue. Solo che, diversamente da "The father" di Florian Zeller, non oggettivizza la percezione distorta della realtà da parte di un anziano affetto da demenza senile. Semmai, ricorrendo a vari flashback, allarga il discorso lambendo un tema collegato costituito dal conflitto generazionale.

In sintesi, vediamo l'anziano Willis (interpretato da un ottimo Lance Henriksen) che si trova ormai in serie difficoltà a svolgere in autonomia le normali attività quotidiane. Il figlio John (Viggo Mortensen) , residente in California, gli propone di trasferirsi laggiù. Ma è più facile a dirsi che a farsi in quanto il padre Willis è dotato di un caratterino irascibile e caparbio. Tanto per dire cosa potrebbe pensare un uomo come lui, convinto elettore del partito repubblicano yankee, in merito agli usi e costumi della debosciata (dal suo punto di vista) società californiana? Per lui resta inspiegabile che il figlio John sia un gay convivente con un uomo di colore di origine sino hawaiiana e con tanto di bimba adottata. E non va meglio con l'altra figlia di nome Sarah , pur sempre una donna moderna con figli che hanno i capelli tinti di azzurro. Per un uomo old style come lui tutto questo è solo fonte di liti e chissà come proseguirebbe questo duello dialettico familiare se non si rendesse poi necessaria quella visita urologica cui facevo prima cenno. Per un sospetto tumore al colon si renderà necessaria un'operazione e con ciò Willis avrà poi modo di riconsiderare le scelte del passato e accingersi a trovare un modus vivendi con il figlio e gli altri familiari.

Diretta con mano ferma da Mortensen e sorretta da ottime prove recitative di tutti gli attori ed attrici, l'opera costituisce una sincera rappresentazione del fallimento di un modello maschilista. Willis, personaggio che ispira poca empatia, è cresciuto con la mentalità dell'uomo che detta legge in casa e famiglia, non deve chiedere perché tutto gli è dovuto . Non a caso lo si vede, a un certo punto, seduto in cucina a vedere un vecchio film con John Wayne trasmesso in tv. Quello è il suo modello virile di riferimento. Non desta quindi stupore che, a un certo punto , la moglie lo abbia lasciato per incomprensioni mentre lui si univa ad una donna più giovane . Ed è altrettanto ovvio che il figlio, un bel giorno, per reazione si sia scoperto omosessuale.

.Ne emerge, come ulteriore conferma, che chi si lega alle vecchie tradizioni rimane spiazzato dalle novità che ci investono quotidianamente. E d'altronde il mutamento è sinonimo di vita e la stasi conduce alla fine (già lo sosteneva il filosofo greco Eraclito). E questo lo può intuire poi lo stesso Willis, proprio dopo aver dovuto fare i conti con la salute (una visita urologica può anche aiutare in tal senso . )

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