W.A. Mozart scrisse i suoi cinque concerti per violino e orchestra nel 1775 quando ancora stava a casina sua a Salisburgo. I casi sono due: o li scrisse per uso personale o per tale Antonio Brunetti, futuro sostituto proprio di Mozart nel posto di Konzertmeister. Comunque sia, l'adagio K216 è espressamente dedicato al Brunetti...

Influenzate dalla scuola violinistica italiana (Tartini, Nardini, Locatelli...), secondo gli esperti queste composizioni non presentano difficoltà tecniche insormontabili; d'altro canto il pubblico cui Mozart si rivolgeva (nobili e borghesi) non era disposto a prestare troppa attenzione. Le aspettative di quel pubblico sono pienamente soddisfatte, almeno dal punto di vista e secondo i parametri di un Mozart... Il tono è reso giocoso dalle allegre melodie del Wolfgang diciannovenne. Insomma, ci si siede, si ascolta e d'improvviso l'umore volge al buono...

L'influenza italiana si deve probabilmente a papà Leopold, tipico uomo del suo tempo, aperto culturalmente e asservito per necessità al potente di turno. Che l'asservimento alle esigenze del pubblico sia anch'esso retaggio paterno? Beh, in una lettera che Leopold Mozart scrisse a suo figlio nel 1778, leggiamo: "Ti consiglio quando lavori di non pensare solo ed esclusivamente a un pubblico musicale ma anche a uno non musicale. Lo sai, per 10 veri intenditori, ci sono cento profani - non dimenticare dunque il cosi detto popolare che solletica anche le orecchie grosse."

Non so a voi ma a me piacciono le citazioni. Non c'entrano nulla ma ve ne offro qualcun'altra dallo strano epistolario della famiglia Mozart. Anna Maria Mozart, moglie di Leopold, il 25 settembre del 1777 scrisse al marito le seguenti frasi sibilline: "Addio ben mio, stai bene, tirati il culo in bocca, ti auguro buona notte, caca in letto da schiantarlo...". E il 31 gennaio del 1778, durante un viaggio da Worms a Mannheim, Wolfgang le fece eco scrivendo: "Siam via da più di otto giorni e abbiam già cacato in gran quantità. [...] E il concerto lo tengo in serbo per Parigi. Là lo spiaccico fuori subito con la prima cacata.". Non si deve dimenticare poi che durante lo stesso viaggio Mozart scrisse alla madre perchè sentiva "l'urgenza" di raccontarle una scoreggia...

Strani questi Mozart... Ma d'altro canto sappiamo che Wolfgang era fatto così. Un po' come Milos Forman e Peter Shafter fanno dire al loro "Amadeus"; "... E' vero, io sono una persona volgare... Ma le assicuro che la mia musica non lo è..."

E di certo nulla di volgare c'è nelle interpretazioni di Viktoria Mullova. In questa registrazione Viktoria suona da par suo i concerti N° 1, 3 e 4 (K207, K216 e K218) accompagnata dall'"Orchestra Of The Age Of Enlightment". A vederla suonare si ha una impressione di austerità. Non parliamo poi dei video di quand'era ventenne. Oggi la sua bellezza è meno severa ma il gesto e lo stile rimangono misurati, decisi, eleganti. Che affronti autori moderni, che Bach o Mozart, Viktoria la cantabilità dei brani la esalta.

Russa di origine ma prima viennese e poi londinese di adozione, la Mullova nel 1980 vinse il premio Sibelius e nel 1982 il premio Tchajkovsky. Nel 1983 dopo aver suonato a Helsinky, si rifugiò presso l'ambasciata americana in Svezia... Bravura, bellezza e voglia di libertà... Non male la ragazza, vero o no?
Degli "Adagio" di questi concerti Viktoria esalta il carattere consolatorio. Nei rari episodi in cui l'atmosfera si fa cupa ella non esagera: si fa pensosa e accigliata ma non ne fa un dramma e presto si torna al bello e al prezioso. Nei passaggi veloci Viktoria non manca di umorismo e li affronta con gioia: è brava, lo sa, li scandisce, ci si diverte...

Come detto più sopra la parte del solista non si perde in virtuosismi; c'è un numero adeguato di "trilli", non si eccede coi "mordenti" e le "acciaccature" non superano in quantità le "appoggiature"... Ok, lo ammetto, queste robe le ho messe solo per farvi capire che razza di intenditore sono... Ehm... Ci si può così godere le melodie; dalle melodie si coglie la bellezza, la fantasia, la profondità dell'intelletto dell'autore. Solista e orchestra cantano insieme, si rincorrono e si sostengono per il piacere dell'ascoltatore; certo il violino è in prima fila ma non la fa da padrone. I passaggi più emozionanti sono proprio i "tutti" orchestrali che ricorrono sovente per riprendere il tema principale dopo una divagazione della solista.

E i temi di Mozart sono di una bell... Vabbè, che ve lo dico a fare...

P.S. Le citazioni dalle lettere di Mozart e famigliari sono prese dal libro "Mozart" di Wolfgang Hildesheimer, secondo la rivista Amadeus, la più bella biografia del salisburghese.

Carico i commenti... con calma