Credo che chiunque si sia trovato nelle circostanze di prestare un orecchio all’ascolto (per quanto cronologicamente limitato) ai Vomitory, si sia domandato intimamente quale sia la loro utilità nel panorama musicale.
Sono qui per darvi la risposta. I Vomitory nascono in Svezia all’inizio degli anni ’90, ma come gruppo Thrash Metal. A partire dal loro secondo lavoro, si dedicano però al Death di chiaro stampo europeo ma con forti venature del Death americano vecchia scuola. Per darvi dei gruppi di riferimento, potrei citare i Vader, gli Entombed e (perché no) i Celtic Frost per quanto riguarda la scena europea e Malevolent Creation, primi Deicide e primi Morbid Angel per quella americana.
Non tocca a me specificare che saccheggiare il sound di questi gruppi, già usato e abusato da molti altri, per di più a dieci anni di distanza dal debutto di questi mostri sacri, non è la scelta stilistica più auspicabile per una band. Le nove canzoni che compongono questo album sono caratterizzate da forti richiami (per non chiamarla imitazione) ai gruppi sopraccitati: i chitarristi svolgono un lavoro discretamente preciso, ma di una banalità tale che non lascerà soddisfatto nessun ascoltatore degno di questo nome. Il riffing è infatti sì potente, ma già sentito mille altre volte, in mille altri lavori di mille altri gruppi con mille idee in più e mille anni fa; ovvi accordi potenti (con la tipica distorsione à la Entombed, chi li conosce si farà un’idea), veloci e taglienti che oramai non smuovono più nulla e assoli insipidi. Il batterista non si inventa nulla di nuovo e, con i suoi ritmi velocissimi ma completamente privi di inventiva, di certo non si fa notare nel mazzo degli ottimi drummer di questo genere musicale. Il bassista (anche se ho idea che non ci perderemmo niente) è sommerso dagli altri strumenti e non c’è un solo passaggio in cui faccia sentire il suo fievole, tondeggiante suono; timidezza? No, una produzione da geriatria, non tanto sporca da dare un’aura oscura, ma abbastanza da fare dei vari suoni una marmellata informe. La voce non aggiunge nulla a quanto detto prima, quindi capirete che si tratta di un growl scontatissimo e tutt’ altro che eccezionale.
Il songwriting, causa le non eccelse capacità compositive del gruppo, è infine poco convincente e per niente esaustivo. Preferirei non parlare dell’atmosfera ricreata da queste canzoni, ma temo per i nostri Vomitory, che due parole le dovrò dire (anche per correttezza nei confronti dei potenziali acquirenti): il mood di questo album è in tutto e per tutto simile ad un paesaggio lunare, cioè desolato e desolante.
L’ascolto non porta alcuna emozione e lascia lo sfortunato uditore con un senso di incompiutezza e di indifferenza purtroppo comune a numerosi lavori di questo genere musicale. Idem dicasi per i testi, di una insulsaggine e di una convenzionalità che fa cadere le braccia, ma credo che ciò possa essere evinto già dal titolo di questo Lp. Ci terrei a precisare, però, che la frontiera del Death metal moderno non sono i Vomitory e che nell’Underground sono presenti, anche se non in numero considerevole, band ben più valide e interessanti, migliori dal punto di vista tecnico, compositivo e comunicativo. “Blood Rapture” è un disco che si aggira su standard abbastanza bassi per una delle tante band mediocri e irrilevanti che affollano la scena Death Metal. Esorto quindi a non dare peso a questa uscita più che trascurabile, monocorde e noiosa.
La risposta alla domanda iniziale è: a niente.
Elenco tracce testi e video
01 Chaos Fury (03:13)
Music: T Gustafsson, Dalegren
Lyrics: Rundqvist
Insane, chaos of death
Invasions, fury against fury
Landmasses explode
Change owners day by day
Global participation
Global extermination
An extinction that can't be avoided
Will against will
Population increases
Over all boundaries
War the only solution
To keep humanity
Nuclear winter waits
Those few who survived
Trapped by human madness
Deep in cover underground
Resources end is near
Water undrinkable poison
A planet screaming for mercy
Universal butchery
Population increases
Over all boundaries
War the only solution
To keep humanity
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