I Vordven si formarono nel 1996 in quel di Huittinen, nella Terra dei mille laghi: il primo demo "When The Wind Blew The First Time" uscito nel 1997 passò inosservato, ma l'unico full-lenght del gruppo, "Towards The Frozen Shadows", ebbe una pubblicità maggiore, supportato dalla valida No Colours Records, donando una certa notorietà alla band.
I Vordven sono la mosca bianca del Black Metal finnico: in una scena dominata dalla rudezza di Horna e Behexen, dall'estremismo di Satanic Warmaster, dall'oscurità di Calvarium e Sargeist, una proposta come quella dei Vordven non poteva avere grosso successo. E infatti non l'ebbe mai. I Vordven suonavano un Black Metal molto morbido, incentrato su tematiche fantastiche e tolkeniane, senza risultare però una versione oscura e tenebrosa delle band Power Metal. Anche dal punto di vista dell'attitudine e dell'immagine i nostri si mantennero sempre distanti dagli eccessi dei loro connazionali, ed è forse per questo che non riuscirono mai a sfondare: in una scena in cui i musicisti considerano se stessi come bestie possedute dal demonio, con un immaginario ai limiti dell'umano, apparire in pubblico vestiti di borchie, senza facepainting, cantando di foreste e lune piene non poteva certo fare presa sul pubblico.
Dal punto di vista musicale però la proposta dei Vordven era notevole perché poggiava su alcuni aspetti del Black Metal poco sfruttati: il paragone con le altre band di Black Sinfonico non porterebbe a risultati soddisfacenti. Il principale referente di questo lavoro è il primo disco dei Dimmu Borgir: "For Alltid". Lo stesso gusto per la melodia è presente in entrambi i dischi: i Vordven abbandonano quasi del tutto l'aspetto gotico dei norvegesi per concentrarsi su quello fiabesco, sognante, creando un'atmosfera rialassata e di grande effetto.
L'EP 'Woodland Passage' è un gradino sotto il precedente LP, e segna la prematura uscita di scena per questa misconosciuta band finlandese: il disco si apre con le note di "Heathen Blood Never Falls", sempre in linea con i Dimmu Borgir di inizio carriera, ma capace come già detto di creare un suono personale ed evoluto; i ritmi sono veloci senza essere serrati, lo screaming si lascia apprezzare nella sua essenzialità, evitando di giocare al massacro con le orecchie dell'ascoltatore. Il brano alterna in modo significativo sfuriate black, sempre supportate dalle tastiere di Matti Kaasalainen, e momenti più rilassati, il cui songwriting si sposta decisamente su lidi Heavy Metal.
La successiva "Journey Into The Realms Above" è una strumentale di grande impatto nella sua semplicità; affidata ai soli synth nella prima parte, sfocia nel finale in un momento suggenstivo in cui le chitarre soliste si intrecciano, decollano delineando un quadretto dal forte sapore fiabesco. Colpisce l'attitudine dei Vordven - pur sempre una band Black Metal - capaci di fregarsene bellamente di malvagità, regalando attimi di Bellezza sublime, quasi contadina nella sua ingenuità. Reami incantati, distese alberate solcate da bagliori costituiscono l'universo incantato dei Vordven, a cui il gruppo guarda con la malinconia tipica di chi ha perso ciò che amava: non c'è disperazione, non c'è quasi oscurità nelle note di questo EP, soltanto nostalgia per ciò che se ne è andato. I toni sono talvolta più scuri e notturni, come nella title-track, simbolo di quest'album, e solcata da un giro tastieristico dal sapore eterereo e sognante; altre volte sono molto più folk, come in "Cold Pagan Steel", con il suo gusto medievaleggiante.
Definirei la musica dei Vordven "crepuscolare": sempre in bilico tra luce e oscurità, coglie la solarità della prima ed il romanticismo macabro della seconda. La cosa migliore di questo disco, bello pur senza essere geniale, sono gli arrangiamenti ed un gusto onnipresente per i particolari: dai flauti al pianoforte, dagli organi ai sintetizzatori, tutto concorre a rendere vario un disco che risulta poi essere omogeneo e maturo.
La No Colours ha pubblicato un lavoro antologico dei Vordven, dal titolo omonimo (ma anche conosciuta col titolo "History"), contenente l'intero Fulllenght Towards, una parte di questo EP ed il primo demo del 1996.
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