Attivi nella prolifica scena di Los Angeles fin dal 1984, i Warrant approdano ad un importante contratto discografico soltanto cinque anni più tardi, firmando un deal con la major label Columbia Records. A scapito di un titolo piuttosto bizzarro come “Dirty Rotten Filthy Stinking Rich” il debut album della band capitanata dal biondo singer Jani Lane sbanca immediatamente i botteghini statunitensi, volando alto nelle charts e divenendo in breve tempo doppio disco di platino.
Con un sound elegantemente sospeso fra lo sleazy metal à la Moltey Crue, l’hard rock melodico a stelle e strisce dei Journey ed i tecnicismi pirotecnici di scuola Van Halen, questo combo riesce ad avere un forte impatto sul grande pubblico, piazzando nella top 10 americana ben tre singoli: l’ormai celeberrima “Down boys”, la splendida ed emozionale power ballad “Sometimes she cries” e l’acustica “Heaven” che raggiunge la posizione #2 nella prestigiosa classifica di Billboard. Con questo lavoro i Warrant ci regalano delle perle indiscutibili a cui vediamo alternarsi pezzi canonici ma sempre brillanti come “In the sticks” o “Ridin’ high”; “Dirty Rotten Filthy Stinking Rich” costituisce, nel complesso, un pregevole esempio di rock melodico efficacemente cosparso di accattivanti venature pop, impreziosito da un riffing originale e raffinato. L’accostamento allo scintillante stile dei Poison (la glam metal band di Bret Michaels originaria di Pittsburgh ma trapiantata in California) appare quasi obbligato agli occhi dei profani, soprattutto in virtù delle numerose date che i Warrant tennero all’epoca in loro compagnia ma il paragone è del tutto fuorviante: la proposta di questa band si riallaccia, in primis, all’hard rock elegante e prorompente ascoltato in opere fondamentali come “Tooth and Nail” (1984) dei Dokken ed “Out of The Cellar” (1983) dei Ratt, incorporando caratteristiche decisamente più prossime ai Bon Jovi di “Slippery When Wet” (1985). Il cantante e leader emotivo Jani Lane, da sempre ottimo songwriter, mostra di possedere una strabiliante versatilità, riuscendo a valorizzare al meglio l’esecuzione di songs energiche ed adagiandosi dolcemente sull’incedere delicato di ballate tenere e sognanti.
Non possiamo evitare di menzionare la possente cavalcata ritmica dipanata in “Big talk”, una delle song più riuscite del lotto e la dinamica “So damn pretty (should be against the law)”, due pezzi che vanno a suggellare un album di ottima fattura che pur non rappresentando lo zenith della produzione Warrant – identificabile nei successivi e più maturi “Cherry Pie” (1991) e “Dog Eat Dog” (1993) – si dimostra uno dei migliori lavori mai pubblicati in campo melodic hard rock, incarnando con efficacia l’ultima gloriosa vampata di un genere musicale destinato a spegnersi agli albori dei nineties sotto le piogge acide scatenate dalle nubi depressive del grunge di Seattle. (Enrico Rosticci)
01) 32 PENNIES
02) DOWN BOYS
03) BIG TALK
04) SOMETIMES SHE CRY
05) SO DAMN PRETTY (SHOULD BE AGAINST THE LAW)
06) D.R.F.S.R.
07) IN THE STICKS
08) HEAVEN
09) RIDIN' HIGH
10) COLD SWEAT
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