Ci sono band al mondo, che risultano essere più esplosive in sede live, anzichè in studio. Band il cui vero istinto selvaggio esce fuori sul palco, coinvolgendo tutto il pubblico, la cui rabbia viene condivisa con ogni singola persona e in cui il palco per una manciata d'ore si infiamma. Una delle migliori sicuramente, sono gli W.A.S.P., autentiche bestie sul palco, che nel 1998, a solo un anno dalla pubblicazione del controverso, ma a mio parere ottimo "Kill Fuck Die", da me recensito, si trovano a distanza di un anno e ancora in tour per promuovere il già citato disco, in una situazione strana. Una parte del pubblico e della critica acclamò il disco, sia per l'abilità e il coraggio del gruppo, ma sopratutto di Lawless, di sperimentare nuovi generi senza finire nel ridicolo come molti gruppi heavy del periodo fecero, e sia per il ritorno a tematiche di perversione, sessuali, di istinti animaleschi, che tanto avevano caratterizzato il gruppo durante la prima metà degli anni 80' e che avevano contribuito a dargli fama. L'altra metà invece, era scontenta del disco, seppur apprezzando il ritorno alle tematiche parlate prima, ma non trovandosi d'accordo con la sperimentazione che il gruppo aveva provato. Detto ciò, un po' per accontentare tutti diciamo, gli W.A.S.P. nel 1998 pubblicano "Double Live Assassins", secondo live ufficiale della band, che usciva a distanza di 11 anni dal precedente "Live....In The Raw".
Con una produzione direi ottima, il disco risuona di puro heavy metal dall'inizio alla fine, alternandosi con pezzi distruttivi come la classica opener del gruppo (ai tempi) "On Your Knees/I Don't Need No Doctor/ Hellion/Chainsaw Charlie" in cui non si ha un singolo momento di respiro. Il trittico successivo "Wild Child/ Animal (Fuck Like A Beast)/ L.O.V.E. Machine" non fa che venire i brividi, tanta è l'energia generata dal gruppo che da Lawless stesso, che con la sua caratteristica voce, si trova in uno stato di grazia. "Killahead", primo brano eseguito nell'album da "Kill Fuck Die", funziona benissimo anche in sede live, la classica "I Wanna Be Somebody" non fa annoiare nessuno, con il gruppo imbestalito e a metà del pezzo troviamo un Blackie incazzato nero che manda a quel paese tutti, i genitori, la scuola con il pubblico che acconsente. Si prosegue sullo stesso livello con parecchi pezzi tratti dell'ultimo album che riescono alla perfezione, ma con "Blind In Texas" si ha l'apoteosi pura, chitarre senza guinzaglio, un Blackie indiavolato nero, una batteria stupenda e un pubblico coinvolto al massimo. Con la parte dedicata a "The Crimson Idol", si può sentire il lato emotivo degli W.A.S.P., che regalano al pubblico una performance veramente toccante. Al compito di chiudere questo album ci sono "Mean Man", dedicata al folle Chris Holmes, e a "Rock N' Roll To Death", ottimo pezzo, anche se cantato in modo un po' troppo "urlantino" da Lawless, ma che riesce a ciudere in maniera eccelsa questo live.
Gli W.A.S.P. con questo album si dimostrano essere una delle migliori band live in circolazione, devastanti ed esplosivi come pochi, e con un cantante carismatico che in pochissimi possono vantare. Peccato che da qui fino ai giorni nostri, gli W.A.S.P. non abbiano più rilasciato un live. La forza di questo gruppo è tutta qui, signori... Tornate a casa stanchi dal lavoro? Mettete su questo disco. Vi ringiovinerete di 20 anni!
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