"Chissà perché devo continuare a fare questa vita, ripetere ogni giorno le stesse identiche cose che fanno tutti? Ogni giorno la stessa classe, la stessa uniforme... è vero che non ho un sogno particolare ma delle aspirazioni sì"
Ah! L'adolescenza! Beata gioventù! Il periodo in cui non si fa che cambiare fidanzata come se le ragazze fossero calzini, il periodo in cui gli umori diventano incontrollabili e le emozioni prendono il sopravvento, dove tranquillamente si mandano a quel paese i genitori quando si ha paura di essere interrogati e di essere esclusi dal gruppetto più figo della scuola.
Questa è l'adolescenza che conosciamo, con cui tutti, volenti o nolenti, siamo entrati in contatto, nel bene e nel male. Ci si sente stanchi ed euforici, a seconda dei momenti, poco definiti e privi di spiegazione.
Asako, la diciassettenne protagonista di questo libro, è un'eccezione: è stanca, a pezzi e non ha neanche un'ideale di vita. Ha pochi amici, ha una madre spesso assente e segue le lezioni svogliatamente. I giorni scorrono uguali, persa tra le coperte della sua stanzetta troppo colma di roba inutile, rinchiusa tra il cuscino e le lenzuola, mentre all'esterno il mondo continua e sembra non accorgersene del suo animo che cade a pezzi. Un giorno, però, qualcosa scatta in lei: decide di dare un taglio netto.
Comincia a saltare le lezioni e a buttare via tutto ciò che possiede, compreso un vecchio computer che il nonno le aveva regalato. Poi, incontra un bambino, vicino di casa, genio dell'informatica e molto intelligente, le compra il computer e si rinchiude nella sua stanzetta, seguito da Asako. Qui, la ragazza conosce il segreto del piccolo genio: un segreto tanto inquietante, quanto assurdo. Il piccolo informatico, infatti, marina spesso la scuola e durante il tempo libero si spaccia per una casalinga vogliosa e sessualmente repressa che scrive su un sito erotico.
Asako, che decide di dare una svolta netta alla sua vita decide, quindi, di identificarsi con l'alter ego femminile e pornografico di quel bambino, nei giorni in cui questo comincia ad andare a scuola. La ragazza, quindi, lentramente diventa sempre più quella donna falsa, riuscendo a scoprire le perversioni più profonde e nascoste dell'inconscio umano.
Così, come ve l'ho raccontata, la storia di questo "Install" appare quasi come una versione nipponica e assurda di un qualsiasi mediocre "Melissa P", eppure, è totalmente una cosa diversa. Tutto è scritto con un'aurea poetica e rarefatta, rinunciando completamente alla componente esplicitamente erotica, puntando sul malessere di una società ormai naufragata, che cerca salvezza nel sesso. Un mondo in cui gli adulti cercano nuove perversioni per tornare bambini, e dove adolescenti e bambini si fingono adulti per sentirsi liberi, disponibili, pronti a tutto. "Install" lo descrive perfettamente, con quel suo stile cinico e sarcastico, mai volgare, mai osceno. Scritto con ingenuità, con uno stile puerile e allo stesso tempo profondo, questo libretto di neanche 130 pagine fotografa una realtà in cui l'alter ego prende il sopravvento sulla vera identità, che pian piano verrà surclassata dal primo. L'adolescenza si perde letteralmente su un destkop di colore verdognolo (il colore della speranza, ripreso più volte all'interno del romanzo, accostato a termini quasi dispregiativi), dove perdersi in martellanti click del mouse, di finestre aperte e mai chiuse, di incomprensioni tra adulti e bambini.
"Install" della giovanissima Wataya Risa (ventiquattro anni), una che l'adolescenza ce l'ha marchiata nel sangue (come dimostra il seguente e bellissimo "Solo Con Gli Occhi"), è un viaggio abissale nelle perversioni, non sono sessuali, che portano ad un finale tronco di rara bellezza.
Perché la vera perversione umana è la vita.
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