Un grande ritorno.

I voli armonici che caratterizzavano il precedente "Salvazione dei Veggenti" capitolano sulla terraferma e su tematiche ben più mondane.

Il rock psichedelico diventa pop fresco, rigenerante, evolvente.

Il disco è ben articolato e propone spunti d'innovazione sia nei testi sia nelle scelte d'arrangiamento che spesso e volentieri sfruttano con saggezza gli interventi dell'elettronica.

Vuota tentazione

La title-track del secondo album della band barese è il manifesto di questo genere musicale ancora in fasce, che volendo assurgere a neologismi, si avvicina ad una sorta di "progressive pop". Il sound è dinamico e di ampio respiro.

Cenere (Nelle tue mani)

Una riproposizione della vecchia Traccia 1 del precedente disco. Nuova tregistrazione e probabilmente una nuova chiave di lettura.

Il meglio deve arrivare

Ritmiche fugaci, imprevedibili che sfociano in un ritornello strappa-sorrisi e di immediata orecchiabilità. Una chicca.

Niente per vivere

Brano impegnato dedicato alla scomparsa di un amico per malattia. Arrangiamento curato, linee melodiche ben ordite e sonorità molto accattivanti. Molto interessante è il congedo finale, artificio strumentale inquietante, di grande spessore melodrammatico.

Che guaio!

Il punto ballabile del disco, una sfuriata di rock 'n' roll puro un po' retrò. Da leccarsi i baffi.

Barche

Probabilmente il miglior pezzo degli Wide. Il testo raggiunge atmosfere poetiche senza precedenti, l'interpretazione vocale tocca picchi davvero molto commoventi, un inciso liberatorio e un poderoso solo di chitarra... un mix di emozioni.

Per ogni informazione sugli Wide, cliccate pure sul sito www.widewidewide.it

 

 

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