"..puzzo di sperma e figa e sudore e l'odore di chiuso del retto durante la penetrazione.."

Questa è una frase trovata aprendo casualmente prima di iniziare a scrivere, una delle 273 pagine del libro, che mi accingo a recensire. Infatti su una qualunque delle due pagine, che vi compariranno, ci sarà sicuramente una scena, un'azione o un personaggio, che sembrerà uscito da un trip di acido conservato dagli anni 50 fino ad oggi.

Questo è senza dubbio il lavoro più depravato di tutta la letteratura riguardante la beat generation. Chiamarlo libro però è forse troppo. Infatti fu scritto seguendo la traccia impostata dai fogli, che lo scrittore, strafatto di chissà quali droghe africane, aveva scritto nel bel mezzo dei suoi viaggi lisergici. Tutto lo scritto non segue una trama lineare e ben definita. Il tutto può comparire quasi come un'accozzaglia di situazioni sempre più allucinanti. Non immaginatevi nemmeno lontanamente di trovarvi di fronte all'ennesimo libro à la On The Road. Se questo infatti può venire letto come un grande libro sulla ribellione giovanile di quegli anni di fuoco e sulla libertà in genere, ma scritto ancora in maniera tradizionale (se non per i dialoghi tra i personaggi, dove è usato il gergo dell'epoca), in "Naked Lunch" l'irrefrenabile pensiero si tramuta subito in linguaggio, senza un attimo di esitazione, nella sua forma più libera e meno controllata dando il via a certe volgarità che, almeno apparentemente, non hanno niente a che vedere con la letteratura. Ma è qui, che sta l'innovazione. Burroughs, che con questo libro inizia una tetralogia che comprenderà "La macchina morbida", "The ticket that exploded" e "Nova express", mette subito su carta tutti i suoi malati pensieri, non risparmiandoci situazioni, che trascendono a tal punto ogni perversione da far sembrare tutti i suoi amici/colleghi contemporanei dei ferventi bigotti cristiani, cercando di connetterle l'una all'altra nel miglior modo possibile.

Se volessimo tracciare un profilo di questo importantissimo romanziere americano, non potremmo che vederlo come un uomo, che faceva le cose solo per sperimentarle e ammirarne le conseguenze. E la sperimentazione di "Naked Lunch", chissà quali risate avrà scatenato nel suo spirito, mentre osservava le facce dei lettori/vittime disgustati dalle sue oscenità. Solo un consiglio prima di darvi, se proprio volete provare quanto possano essere incredibilmente d'impatto certe opere, alla lettura di questo libro: ripetetevi in continuazione: "è tutto finto, è tutto finto, è tutto finto..."

Elenco e tracce

01   'I Can Feel the Heat Closing In...' (24:22)

02   Benway (16:30)

03   The Black Meat (05:21)

04   Hospita (05:17)

05   Hassan's Rumpus Room (07:32)

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Altre recensioni

Di  Hellring

 Il padre della beat-generation usa l’eccessivo, lo scandaloso, il paradossale per colpire la religione, il potere, la politica, gli organi politici, la sanità.

 Tutto il mio lavoro è rivolto contro coloro che sono intenti, per stupidità o per programma, a far saltare in aria il pianeta o a renderlo inabitabile.