"Sitting in the stands of the sports arena,
Waiting for the show to begin.
Red lights, green lights, strawberry wine
A good friend of mine, follow the stars,
Venus and mars are alright tonight"
Una delicata sequenza di note, fumo di ghiaccio secco avvolge un palco magicamente toccato da centinaia di bolle di sapone, lui è è al centro. Imbraccia il suo basso ricKenbacker, le note di "Venus And Mars" sfumano lentamente si accendono le luci, è l'attacco di "Rockshow", lo spettacolo ha inizio.
La scommessa di Paul McCartney è vinta, un grande concerto, un grande tour mondiale, un live straordinario. I Wings nel '75-'77 sono artefici di uno spettacolo incredibile, quella che era nata solo come "robetta" nel giro di pochi anni era in grado di riempire le arene di tutto il mondo con un set di canzoni riuscitissimo, un affiatamento palpabile ad ogni nota. "Rockshow" è il film concerto uscito nel 1980 che impressiona su pellicola la storica impresa di McCartney e del suo gruppo in giro per il mondo; il beatle che voleva tornare solo a suonare dal vivo ha finalmente ottenuto ciò che voleva, uno show moderno ricco di energia e ritmo, una spumeggiante sequenza di canzoni perfette per essere condivise con il pubblico. I critici avevano giudicato l'apertura di "Venus And Mars" ('75) artificiosa, infatti lo era davvero, il furbo Paul l'aveva creata apposta per aprire il "Wings Over The World Tour" con pathos e magia. Il film riporta la band di Paul in quella che per molti è stata la migliore incarnazione, il fido Denny Laine trova i suoi spazi con la superlativa "Time To Hide", la nostalgica "Go Now", in più fornisce un servizio alla riuscita finale impeccabile. Anche lui come Paul è un uomo da palco e si ritrova pienamente inserito nella macchina perfetta che sono i Wings. Il talento sregolato del giovanissimo Jimmy McCulloch trova piena affermazione in una miriade di mirabolanti passaggi di chitarra da lasciare senza fiato, l'assolo di "Maybe I'm Amazed", la potente "Letting Go", l'onda sonora di una "Beware My Love" valorizzata in pieno e la sua "Medicine Jar", spigolosa, rozza canzone sulla droga. L'aggiunta di una sezione fiati eccezionale, la precisione e la potenza di Joe English alla batteria e la fondamentale presenza di Linda sul palco completano il tutto.
McCartney si diverte, trascina un pubblico che abbraccia almeno tre generazioni, è solo un musicista di trent'anni ma è già una leggenda, riesce ad eseguire qualcosa del suo passato beatlesiano, "Lady Madonna", "Blackbird", "Yesterday", quest'ultime due inserite in set acustico che anticipa di vent'anni l'unplugged. Il concerto riporta finalmente un McCartney libero, grintoso come la chiusura con la sporchissima "Soily".
Purtroppo "Rockshow" è disponibile solo su laser disc, Paul ne ha restaurato una parte che ha inserito nel box "The McCartney Years", audio eccellente e qualità video notevole. E' molto probabile che venga reso disponibile nell'imponente progetto di ristampa dell'intera opera del compositore inglese, che si annuncia come la più completa e coraggiosa finora mai realizzata nel campo della musica rock.
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