Object 47 rappresenta un piccolo passo indietro per i Wire dopo il gran ritorno in scena del 2003 con il "rabbioso" "Send", tuttavia rimane degno di nota per alcuni spunti interessanti

Si può parlare anche di evoluzione musicale del gruppo inglese, anche se, a mio parere, si tratta di un'involuzione almeno dal punto di vista sonoro, in quanto quella musica innovativa che ha caratterizzato "Send" (una sorta di dance-punk dal sapore industrial) si è trasformata in un post-punk più leggero con minor ispirazione (solo a tratti si distingue la genialità di newman e soci); la chitarra non fa più da padrona come nell'ultimo album ma è messa in secondo piano rispetto al ritmo impostato da basso e batteria. In questo senso il disco si può paragonare a "154" o "Chairs Missing"(vedi discografia dei Wire).

Esaminando nei particolari l'album, "One Of Us" è l'incipit migliore per segnalare questo cambiamento: è un pezzo che si rifà chiaramente alla new wave con la chitarra che è nascosta dietro il tappeto basso-batteria (ma non per questo meno interessante). "Circumspect" è un altro pezzo piacevole ma in sottotono rispetto alla seguente "Mekon Headman", canzone sempre dalle tinte new-wave ma con una melodia più intrigante.

"Perspex Icon" parte ad un ritmo più sostenuto e l'accostamento con la voce quasi da dream pop di Newman è molto piacevole; tra i meno ispirati a mio parere ci sono "Four Long Years" e "Patient Flees" mentre "Hard Currency" e "All Fours" si staccano dalle atmosfere del disco per riportarci a "Send". Dal punto di vista dei testi, così come nell'album precedente, i Wire sono spesso critici rispetto a come va il mondo e al governo ("Hard currency exchange, no credit cash in pocket, everyone's made the same erotic body socket")

Insomma, un disco indicato per i fans, ma per coloro che non conoscono il gruppo, consiglio di iniziare dai primi dischi.

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