Anche nel loro ottavo album di studio, uscito nel 1977, i Wishbone Ash persistono in una versione piuttosto soft della loro ispirazione, in aperto contrasto con i concerti che invece sono sempre stati, e sempre saranno, nerboruti e grintosi.

Viene mantenuto lo stesso modus operandi del precedente lavoro, il riuscito e similmente moderato “New England”: Il gruppo continua peraltro a risiedere negli Stati Uniti, vicino a Boston, i produttori e gli studi di registrazione sono gli stessi, la scelta stilistica di rock accessibile ed americaneggiante, molto melodico pure la medesima.

Volendo approfondirne gli episodi migliori, “Midnight Dancer” è un rock sufficientemente deciso, a cori spiegati e chitarre mai troppo mordenti ma ben disegnate. “Surface To Air” ondeggia placida sul suo tempo di tre quarti e si caratterizza per cori lussureggianti in certi punti, un po’ alla Mamas & Papas, nonché nella porzione strumentale a merito dell’ennesimo brillante giochetto in armonia delle due chitarre soliste di Andy Powell e Laurie Wisefield.

Come in From the Rain” rimarrà l’episodio più esportabile di questo disco, per tanti anni presente nelle scalette dei loro concerti. E’ l’ennesimo rocchetto moderato ma nell’occasione anche squisito, con le chitarre che si danno un gran da fare e rubano per certo l’ascolto al lavoro del cantante, in questo caso il bassista Martin Turner. La rarefatta “Heart Beat” è molto “americana”, quasi country rock, quasi Eagles in certe chiuse di coretti in falsetto. Deliziose come sempre le chitarre, rotonde e varie, espanse dal chorus.

La finale “Diamond Jack” è l’epitome della qualità primaria dei Wishbone Ash: il cantante può dannarsi quanto vuole, ma sono le chitarre a guadagnarsi ancora e sempre la pagnotta, che siano elettriche o acustiche (come in questo caso, con un suggestivo arpeggio di dodici corde seppur mezzo rubato ai Boston di “More Than a Feeling”, uscita l’anno prima).

Per quanto riguarda il resto del disco, “Front Page News” la canzone è un rock mid-tempo che porta un inizio sin troppo felpato all’album. “Goodbye Baby Hello Friend” è una ballata rock semiacustica che mostra la lacuna tipica dei Wishbone di questo periodo: la voce poco dotata ed accattivante del chitarrista Wisefield. “714” è un placidissimo strumentale d’atmosfera, nell’abituale stile vagamente folk del gruppo, elegante (c’è anche l’orchestra) e chitarristicamente attraentissimo. “Right or Wrong” è il pezzo “duro” del lotto: un rockblues compatto ma scolastico nel suo sviluppo armonico, con non lontane reminiscenze dei Deep Purple. “The Day I Found Your Love” è infine pallosissima, con un ritornello a coro spiegato molto telefonato e per sopra mercato un antiquato intervento di un anonimo sassofonista.

Album “medio” della produzione Wishbone, certo senza infamia ma senza particolare lode. Non presenta gli acuti del predecessore “New England” e neanche le nefandezze dell’ancor precedente “Locked In”: tre stellette e mezza.

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