Nel 1987 i Wishbone Ash, scioltisi un paio d’anni prima dopo il pessimo e mal venduto album “Raw to the Bone”, vengono resuscitati da un produttore il quale finanzia la realizzazione di un intero loro album ponendo loro due condizioni: la formazione deve essere quella originale (che aveva tenuto botta fino al 1974 e prodotto i primi quattro album di carriera) e la musica deve essere solo strumentale.

Questo perché il lavoro viene inserito in una collana di altre opere strumentali denominata “No Speak”, comprendente fra gli altri lo Stewart Copeland ex-Police, il Robby Krieger ex-Doors, lo Steve Hunter chitarrista ex-Lou Reed. I Wishbone Ash sono l’unico gruppo assoldato al completo per questa collana, gli altri nomi essendo tutti solisti.

Pare una situazione perfetta per i Wishbone, gruppo benemerito più per le cose fatte con le chitarre piuttosto che con le voci. Invece no! Il disco è una ciofeca, poiché ripieno di tutto quanto di sbagliato e stantio si è affermato negli anni ottanta (per poi andare di lì a poco del tutto fuori moda, grazie a dio). Vale a dire: batteria rigida e impersonale della quale si ode soltanto il rullante per quanto è gonfiato elettronicamente; tastierine Roland, Korg e/o Yamaha ammiccanti a destra, sinistra, sopra e sotto, che in un gruppo squisitamente chitarristico come i Wishbone è eresia; basso slappato quanto più possibile; infine, una produzione amorfa ed inoffensiva, senza una stilla di sangue né rock, né blues, né folk (né funk, né soul ecc. ecc.).

Undici strumentali stanno qui a tediarci per oltre quaranta minuti, con lo stile Wishbone Ash quasi indistinguibile, neanche per i conoscitori più affezionati. Le chitarre ci sono, come no, ma prese a confezionare vera e propria musica House per ascensori o studi dentistici: inoffensiva, pacatamente cristallina, senza vita.

Unico merito del disco è avere rimesso insieme la vecchia formazione. Durerà altri due dischi, stavolta normali (seppure coi brutti suoni all’epoca à la page) con parti cantate, e liriche, e veri assoli rock e blues, niente di speciale ma musica vera e autentica.

Poi litigheranno di nuovo e la storia di questo gruppo devierà verso altre situazioni, che vedremo poi. Per adesso, pollice verso a queste musiche belle (?...nzomma…) senz’anima.

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