Dopo un nuovo album straordinariamente bello fanno tappa in Italia gli olandesi Within Temptation per una due giorni Milano-Roma, pronti a conquistare definitivamente anche il nostro Paese. Era possibile perderseli? Assolutamente no ed eccovi quindi la recensione del concerto milanese all'Alcatraz.
Arrivo la mattina verso le nove, incredibilmente (ricordi del precedente concerto degli Evanescence erano ancora vivi) c'è ancora pochissima gente e l'atmosfera è molto più tranquilla per fortuna, davanti alla struttura è già parcheggiato il mega camion delle attrezzature tutto nero con scritta Within Temptation - The Heart of Everything in bella vista. Wow! Mai visto camion più bello. I Nostri arrivano verso l'ora di pranzo su un sobrio pullman rossonero con bar incorporato, parcheggio rapido e tutti ad aspettare: siamo ancora pochissimi, scenderanno?
Dopo tanta attesa, invece del gruppo appare la neonata Eva Luna (figlia di Sharon den Adel), già al battesimo del metallo, che prende un po' d'aria in braccio a gente dello staff. Però!
E' ormai pomeriggio e finalmente ecco che spuntano fuori i Within: gentilissimi, si concedono ai fan prima Jeroen Van Veen (basso): ragazzo disponibilissimo e molto timido, tanto che per fare una foto con me quasi si abbaglia col sole (ehm...), poi il chitarrista Ruud Jolie per la gioia di tutte le darkettone presenti, infine spunta Sharon den Adel con tanto di trolley: "See you later" ci dice, e si infila dentro, peccato che causa interviste la si potrà incontrare solo dopo qualche oretta, eh eh! Dolcissima, mi autografa la mia discografia dei Within e per poco anche un foglietto inutile che avevo dentro alla custodia di un cd, per fortuna la fermo in tempo... ma quanto è gentile! Foto anche con lei e via dagli altri.
Alla fine spuntano fuori anche i rimanenti membri della band.
E' sera, finalmente dentro, primissima fila, si inizia:
Lauren Harris, la figlia del più noto bassista degli Iron Maiden, irrompe con la sua band. La tizia è certamente una bella figliola, metallara (poca) incrociata truzza (molta), band di metal-tamarri, ma hard rock abbastanza duro, mediamente piacevole anche se molto ripetitivo. Comunque adatto alla causa, i tizi suonano per un'ora piena facendo scaldare a dovere (quasi) tutti. Tre note però: uno, Lauren deve alzare il volume del suo microfono o saranno tutti pezzi strumentali i suoi, due, il batterista è davvero un grande, picchia duro e lancia bacchette a tutta forza, tre, era difficile invitare una buona volta un gruppo di un genere più attinente... A me l'hard rock piace, ma a vedere le facce stupite di qualche darkettone presente che di certo preferiva altro...
Quaranta minuti circa di pausa tra cambio scenografia, montaggio vario e preparazione multipla ed ecco finalmente loro, i Within: sulle note di "Our Solemn Hour" fanno il trionfale ingresso i Within Temptation osannati dal pubblico. Sharon entra per ultima, ed è bellissima: corsetto nero e verde e gonnellona bianca, la bella olandese conquista subito tutti col le sue movenze sul palco e la sua stranissima quanto accattivante danza epic-metal con mani e braccia che simulano delle onde: ma come fa a muoversi così? Lei, le sue movenze e la sua musica sono un tutt'uno, ma anche gli altri non stanno a guardare, Robert e Ruud sono tra i più attivi, zampettano da una parte all'altra del palco, suonano, si mettono in posa per le foto! Le facce di Robert poi concentratissimo quasi gli esplodesse il cranio sono davvero impedibili! E che dire di Ruud, che ci passa direttamente i suoi plettri dalla sua mano alla nostra, nonché si lascia osannare tranquillamente da tutte le darkettone delle prime file...
Ma torniamo al concerto: "Our Solemn Hour" in apertura lascia spazio a "The Howling", prima traccia del nuovo album, song molto orecchiabile che dal vivo fa il suo dovere. La scaletta è scelta molto felicemente, infatti segue la ballata "Frozen", poi di nuovo ci si scatena con "Stand My Ground", il singolo di The Silent Force, che probabilmente fa venire le lacrime agli occhi a molti, Sharon rende tutto ciò incredibile, la sua voce è impeccabile, le sue movenze epiche, il pubblico la canta tutta. La quinta song è "Forsaken", altra traccia di The Silent Force, con il suo ritornello che va verso toni altissimi, ma anche qua la bella olandese è perfetta, senza abbassare nulla. La nuova "The Cross" lascia spazio al nuovo singolo "What Have You Done": la voce di Keith Caputo, ovviamente lanciata registrata, lascia un po' perplessi, ma al ritornello è subito un altro successo, contando che Sharon avrà ripetuto il refrain innumerevoli volte e che la song sarà durata dieci minuti! Anf anf...
Eccoci ad "The Heart of Everything", che è forse la migliore dell'album e anche live fa il suo dovere, subito dopo una digressione a due album fa: l'inconfondibile jingle di "Mother Earth" risuona nell'Alcatraz, accompagnata dall' "uh uh uh" a tempo dei presenti, che Sharon apprezza molto, dopodichè si posiziona di spalle in mezzo al palco e completa le immagini che vengono proiettate in fondo: scenografia certo di non facile realizzazione e di grande effetto, a testimonianza di quanto sia stato curato anche questo aspetto. A dovere di cronaca, ai lati del palco c'erano anche due leoni mistici in finta pietra che fungevano da classica ciliegina sulla torta. Bravi Within, bravi...
"Mother Earth" è un coro da stadio, famosissima prima traccia dell'omonimo album, la cantano tutti dall'inizio alla fine. E' il delirio.
Altro singolo, stavolta da The Silent Force, la song è la bellissima "Angels", che ricompone un po' il pubblico, poi si passa a "Hand of Sorrow", "All I Need" e, dopo che Sharon l'abbia chiesto al pubblico (!!!), "Jillian"! Si passa alla song ispirata al Codice da Vinci, "The Truth Beneath the Rose", che completa la prima parte del concerto.
Tempo di riprendersi che dopo nemmeno tanto tempo i Nostri rientrano, sulle note di "Deceiver of Fools", altra song che live rende veramente bene. E' la volta di "Memories", peccato che il pubblico è talmente stanco che non ha nemmeno la forza di cantarla (il sottoscritto nemmeno se n'è accorto che era Memories tanto era fuori di capa), ma subito dopo il gran finale, con "Running Up That Hill" dagli acuti mortali (che Sharon rende dopo una paccotto di canzoni!) e... "Ice Queen"!
Il concerto è finito: Robert saluta in italiano (che grande), tutti ringraziano, Sharon si allunga verso la prima fila per la gioia di me medesimo che ne approfitta subito e subito se la avvinghia per bene, tanto che la bella olandese si mette a ridere. Inchino e poi via, l'indomani i romani li attendono.
Momento topico del concerto, i divertentissimi siparietti tra Sharon e gli addetti alla sicurezza sotto il palco: sotto nostra richiesta (!!!), Sharon va a "persuadere" anche loro, poco interessati al symphonic gothic metal...
Una ultima considerazione la merita il pubblico: metallari, darkettoni e darkettone (in gran maggioranza), pochissima gente "normale" (forse nulla), a dimostrazione che il nuovo album, col commerciale, non c'entra davvero nulla. Ed inoltre il calore dimostrato è immenso, tanto che probabilmente nemmeno i Within se lo aspettavano...
Ed infine: è evidente la sterzata verso lidi più gothic metal per la band olandese, che sembra aver adottato definitivamente quella che inizialmente era solo una influenza, mettendosi inaspettatamente in gioco con le varie band del genere.
Con le carte messe in gioco a Milano... gothic bands, tremate, tremate...
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