Quasi tutti i concerti di Wolfgang Amadeus Mozart (1756 - 1791) che prevedevano l'utilizzo di strumenti solisti, furono composti all'indirizzo di un preciso destinatario. Quelli per corno erano rivolti a Joseph Leutgeb (1732 – 1811) membro della massoneria, caro amico del compositore, grande interprete di questo particolare strumento. All'epoca infatti egli era considerato uno dei musicisti più virtuosi del corno e forse è per questa ragione, oltre che per l’ amicizia fra i due, che nello spartito del Concerto in re maggiore K. 412 si ritrovano le seguenti "dediche" scritte da Mozart in italiano:

 

"Wolfgang Amadè Mozart ha compassione di Leutgeb asino, bue e stupido. A lei signor asino. Animo presto su via da bravo coraggio e finisci già? A te. Bestia oh che stonatura ahi! Ohimè! Oh, che seccata di coglioni! Oh, Dio che velocità! Ah che mi fa ridere! Aiuto respira un poco! Avanti, avanti questo poi va al meglio. E non finisci nemmeno? Ah porco infame! Oh come sei grazioso. Carino! Asinino! Ha ha ha respira! Ma intoni almeno una nota, cazzo! Ahi! Ohimè! Ha ha ha! Bravo, bravo e viva! E vieni a seccarmi per la quarta e Dio sia benedetto, per l’ ultima volta Ah termina ti prego. Oh maledetto! Anche un passo di bravura? Bravo! Ah trillo di beccone! Finisci? Grazia al ciel! Basta, basta!"

 

 

Queste parole scherzose risalenti al 1791 hanno un duplice pregio. Da una parte ci donano un po' di umanità, dissolvendo la nebbia del pregiudizio che tende talvolta a dipingere i compositori classici come avvolti dal fuoco sacro dell'ispirazione. Dall'altra parte ci regalano un sorriso nel raffigurare l'allegra immagine di un Mozart briccone che si diverte a prendere in giro l’ amico Leutgeb, ironizzando sulla sua capacità di tradurre in musica le note scritte sullo spartito senza cascare in difficoltà come quella di perdere il respiro. Così immagino Leutgeb mentre rincorre Amadeus il quale scappa lungo lo spartito e voltandosi fa le linguacce. Un'immagine molto differente da quella di altri musicisti, Beethoven ad esempio viene ricordato come una persona perennemente corrucciata e poco incline al riso, forse anche esagerando in questa ricostruzione di eterno eroe romantico. Ma Mozart era comunque diverso, poiché in lui convivevano accanto ai ricordi dei dolori di un’ infanzia difficile, elementi di leggerezza e umorismo popolare ben tratteggiati in questa sfida beffarda e scherzosa all'amico Leutgeb. Dunque l'umanità di Mozart, sotto questo aspetto, non appare molto lontana dal ritratto che ci ha donato Milos Forman con il suo "Amadeus" ("imaicab olucli"). Ma ciò che più intriga di questa rappresentazione dell'artista è raffrontare queste annotazioni goliardiche con la musica che, come sempre accade con il compositore austriaco, vola altissima. E per quanto questi concerti non rappresentino un capolavoro assoluto nella sua sterminata produzione musicale, ciò non toglie che sia un piacere immenso ascoltarli, perché in essi ritroviamo intatti tutti i caratteri della poetica mozartiana: la danza, la freschezza, la limpidezza melodica, l’ equilibrio delle forme, il senso di conforto dei contrappunti, nonché alcuni isolati e inquieti elementi pre-romantici. Il tutto in un’ estrosa miscela che ha una perfetta riconoscibilità all'orecchio e richiama sulla bocca un solo nome: Mozart.

Ciò vale finanche per il concerto K. 412 (1791) nonostante sia giunto a noi incompleto e rimaneggiato dopo la morte del compositore. Costituito da due movimenti si apre con l’ Allegro che è un eccelso esempio di come si possa bilanciare leggerezza e dinamicità. Due temi delineati dai legni infatti si uniscono preparando l’ ingresso del corno che si occupa dello sviluppo tematico. È un inizio spensierato, brillante e cantabile, in cui il suono cupo e corposo del corno si sposa felicemente con la connaturata lucentezza degli archi. Il seguente Rondò si impernia su un tema da caccia (il Waldhorn infatti altro non è che il corno da caccia) che alterna nello svilupparsi trasporto e malinconia, in perfetta coerenza con l’ elevatissimo respiro melodico tipico delle opere di Mozart.

L'Allegro che apre il successivo Concerto K. 417 (1783) ha un tono più solenne facendo risaltare un intreccio complesso nel dialogo fra l’ orchestra e il corno impegnato in complesse evoluzioni virtuosistiche morbide e cantabili. L’ Andante ha un ritmo più lento e si caratterizza per le dilatazioni degli archi che foderano il suono dei fiati fra i quali emerge in lontananza il corno solista. Forse è uno dei momenti più belli del disco per tutta la delicatezza che esprime, destinata a spegnersi nella giocosità del Rondò finale che a differenza degli altri movimenti vede invertirsi i ruoli fra solista e orchestra. Il tema iniziale tocca infatti al corno, trovando solo in seguito il sostegno dell’ intero organico orchestrale a supporto dello sviluppo. Curioso il finale che vede un’ inaspettata accelerazione che tronca l’ idea di una conclusione sontuosa.

Il Concerto K. 447 (1787) è il mio preferito fra i quattro perché in esso avverto un'energia particolare, densa, scintillante ma con striature lievemente inquiete. Non so se queste caratteristiche derivano dalla scrittura di Mozart o dall'interpretazione, che si svolge con una grande intensità grazie all'intelligenza musicale di Karl Böhm. D'altra parte queste sensazioni non sono evidenti e si mostrano di tanto in tanto nell’ Allegro, quanto nella splendida Romanza centrale che presenta una chiusura struggente del dolcissimo motivo melodico. L'equilibrio del concerto fatto di contrasti tra colori diversi viene poi sostenuto dall’ episodio finale, un tempo di Allegro scattante, festoso e aperto che chiude con sorriso l’ ascolto.

L'ultimo concerto del disco K. 495 (1786) ha la curiosa caratteristica di essere stato redatto da Mozart utilizzando per le note sullo spartito quattro colori differenti: rosso, verde, blu e nero. Alcuni pensano che si tratti dell'ennesimo scherzo nei confronti dell'amico Leutgeb, altri invece credono che la scrittura nasconda un determinato codice. Forse non sapremo mai la verità, ma basta l'ascolto per consolarsi, un ascolto che rispetto ai precedenti concerti ha il valore di nascondere una forza espressiva differente. Nei primi due movimenti (Allegro maestoso, Romanza: andante cantabile) prevale un maggiore intimismo, disegnato con una raffinatezza che induce l’ascoltatore a lasciarsi cullare dal suono smorzato del Corno. La chiusura affidata al Rondò: allegro vivace, invece presenta una dinamicità misurata, meno giocosa rispetto agli altri lavori, ma comunque in grado di creare un elevato e sostanziale coinvolgimento emotivo. E questo ammalia completamente l'ascoltatore, il quale come una volpe in fuga viene alfine catturato e imbrigliato dall'ultima e più bella caccia dettata dal suono del corno.

Elenco e tracce

01   Konzert für Fagott und Orchester B-Dur, K. 186e/191: I. Allegro (07:09)

02   Konzert für Fagott und Orchester B-Dur, K. 186e/191: II. Andante ma adagio (07:19)

03   Konzert für Fagott und Orchester B-Dur, K. 186e/191: III. Rondo. Tempo di Menuetto (04:36)

04   Konzert für Horn und Orchester No. 2 Es-Dur, K. 417: I. Allegro (06:17)

05   Konzert für Horn und Orchester No. 2 Es-Dur, K. 417: II. Andante (03:30)

06   Konzert für Horn und Orchester No. 2 Es-Dur, III. Rondo. Allegro - Più allegro (03:29)

07   Konzert für Horn und Orchester No. 1 D-Dur, K. 386b/514: I. Allegro (04:46)

08   Konzert für Horn und Orchester No. 1 D-Dur, K. 386b/514: II. Rondo. Allegro (04:10)

09   Konzert für Horn und Orchester No. 3 Es-Dur, K. 447: I. Allegro (07:38)

10   Konzert für Horn und Orchester No. 3 Es-Dur, K. 447: II. Romanze. Larghetto (04:34)

11   Konzert für Horn und Orchester No. 3 Es-Dur, K. 447: III. Allegro (03:37)

12   Konzert für Horn und Orchester No. 4 Es-Dur, K. 495: I. Allegro maestoso (08:17)

13   Konzert für Horn und Orchester No. 4 Es-Dur, K. 495: II. Romanze. Andante cantabile (04:53)

14   Konzert für Horn und Orchester No. 4 Es-Dur, K. 495: III. Rondo. Allegro vivace (03:40)

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