Tutti, chi in maniera approfondita, chi superficiale, distratta o inconsapevole, abbiamo ascoltato almeno una volta nella nostra vita la musica di Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791), di cui oggi si commemorano i 250 anni dalla nascita. Moltissimi conosceranno alcuni celebri frammenti delle sue opere più note come il Requiem in Re minore K. 626 (suo per davvero?) o il primo movimento della Sinfonia n. 40 in Sol minore K. 550 o ancora il noto tema "Eine Kleine Natchmusik", oggi spesso violentato dai cori beceri negli stadi di calcio o da idiote pubblicità natalizie. Insomma, Mozart, che vi piaccia o no, è nel nostro DNA musicale. Se così è, si deve alla cristallina bellezza ed universalità della sua musica, alla liricità, al colore, alle armonie, al gusto melodico, alla perfezione delle forme, che rappresentano uno dei momenti più alti della storia della musica. Ciononostante non tutti hanno tempo, curiosità o voglia di conoscere con maggiore attenzione la sua musica, preferendo rimanere rintanati all'interno dei propri comodi e sicuri recinti. Ed è un vero peccato, perché accostarsi all'ascolto di Mozart può riservare delle belle sorprese, soprattutto per coloro che ritengono la "musica classica" rilassante. Sinceramente ho sempre pensato che questo sia un luogo comune, per non dire un'assoluta stupidaggine. La musica classica è infinitamente variopinta nella sua capacità di generare una moltitudine di emozioni diverse. Può essere rassicurante, quanto esaltante o straziante, non può essere fotografata da un solo aggettivo, anzi spesso gli aggettivi non bastano o addirittura non servono, situazione quest'ultima assai frequente ascoltando Mozart. Ne è un esempio questo concerto, che rappresenta uno dei momenti emozionalmente più variegati nel corpus delle opere del compositore di Salisburgo.

Appartenente alla piena maturità artistica del compositore, fu composto nel 1791 sulla base di una bozza accennata quattro anni prima ed ultimato appena due mesi prima della morte. Al pari di altre opere che prevedevano uno strumento solista, questa composizione nacque con un destinatario preciso, ovvero il clarinettista Anton Stadler (1753-1812), al quale Mozart era legato sia da una profonda amicizia, che dalla comune appartenenza alla massoneria. Suddiviso in tre parti (Allegro, Adagio, Rondo Allegro) l'opera si apre con l'esecuzione da parte dell'orchestra di un tema agile e delicatissimo, che viene sviluppato fino a divenire un vero e proprio grembo per accogliere la parte solista del clarinetto, il quale, riprendendo il modulo tematico d'apertura, va ad avvolgersi all'orchestra per l'occasione alleggerita dagli oboi. Questo rapporto tra orchestra e clarinetto solista è un eccellente esempio di perfezione: un dialogo che non potrebbe essere diverso, fra gioiosi contrappunti, estremi virtuosismi ed una sempre intensa e vitale espressività di lucente madreperla in un crescendo emozionale continuo. Un equilibrio perfetto. Per dirla con le parole di Antonio Salieri nel celebre e discusso film Amadeus di Milos Forman: sposti una nota e cade tutto.
Nell'Adagio si avverte un contrasto con la luce purissima del primo movimento. Un tema dolce, che richiama alla mente la penombra dell'alba, viene introdotto delicatamente dal clarinetto, per trovare successivamente sostegno e liricità da parte degli archi. Intenso, poetico, sublime, un incanto per l'anima. Durante l'ascolto del Rondo Allegro finale si respira, invece, una pura lievità nel tema tratteggiato dal solista. Questo viene supportato nella prosecuzione dalla dilagante vitalità degli archi, i quali anche in quest'occasione si uniscono con naturalezza allo sviluppo del clarinetto, che regala brividi, macchie di luce, eteree pennellate di colori. Una musica infinitamente bella, un soffio vitale che entra sotto la pelle per mettersi a pieno contatto con l'animo.

Non mi viene altro da dire ripensando a questo concerto, forse mi preme solo sottolineare una sorta di sconcerto nel pensare che appena due mesi dopo la sua composizione Mozart sarebbe morto, finendo in una fossa comune, come prevedevano i funerali di terza classe per la gente del suo rango. Cosicché oggi non è nemmeno possibile recarsi alla sua tomba per ringraziarlo. Ma potete farlo regalandovi questa musica che da più di duecento anni suona limpidamente e viva come non mai, rimanendo la miglior celebrazione possibile del suo passaggio su questa terra.

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