"Settembre" è un film drammatico risalente al 1987, con Woody Allen regista e sceneggiatore. Alla fotografia Carlo Di Palma e alle scenografie il sempre presente Santo Loquasto.
"Settembre" può essere definito un Kammerspiel, ovvero una commedia da camera. Interamente girato in una casa di campagna, abilmente ricostruita in studio, racconta degli intrecci e dei segreti di 6 personaggi che "scopriranno" rapidamente le loro carte. La vicenda è contenuta in un arco temporale di poche ore.
Si può dire che "Settembre" presenta tratti cechoviani molto forti (basti pensare all'immortale opera teatrale "Zio Vanja"), almeno per quanto riguarda le atmosfere.
Il film si apre e si chiude con una lenta inquadratura delle ambientazioni. Queste inquadrature stabiliscono immediatamente il ritmo e l'atmosfera, che è molto diversa dalle più famose commedie dai dialoghi rumorosi, frenetici, spesso accavallati, di tipica matrice alleniana.
Proprio come in "Interiors", la casa è un personaggio. In questo senso, il film in questione, si può definire come uno dei più bergmaniani di Allen. Gli attori, in particolare le donne, sono eccezionali. Devo ricredermi su Mia Farrow (al centro della trama) che detesto in pellicole come "Broadway Danny Rose" o "Alice", mentre in questo caso il ruolo drammatico, piuttosto complesso, le calza a meraviglia.
Assolute le interpretazioni di Elaine Strich, nel ruolo della madre egoista ed invadente (toccante la sua riflessione allo specchio sul tempo che scorre), ma anche maliziosa ed irriverente e Dianne Wiest, nella parte dell'amica che ha un matrimonio in crisi e flirta con un giovane scrittore, ospite della padrona di casa. C'è anche Denholm Elliott (famoso al grande pubblico per il ruolo di maggiordomo nel film di Landis "Una Poltrona Per Due"), vicino di casa e personaggio infelice con amore non corrisposto.
Infine Jack Warden, che è il compagno della madre, un fisico che sembra avere tutto sotto controllo. Poi però durante una serata arriva un temporale e la luce salta. I personaggi rimangono alla luce fioca delle candele per alcune ore e cominciano a svelarsi nei punti deboli, nelle angosce, nelle perplessità sul proprio futuro e nei dubbi esistenziali. Si scopre che ognuno ama la persona sbagliata, ad eccezione della coppia più anziana.
Abili espedienti drammatici rendono il film commuovente, un sussurro intimo e delicato dai tempi dilatati, ma non lenti.
Va detto che Allen ha intitolato il film pensando propriamente al periodo della vita delle persone, come dire che la vita è divisa in 12 mesi, e settembre rappresenta si la fine dell'estate, altresì l'ingresso nell'autunno della vita.
Il film fu un disastro al botteghino. Ma è una vera meraviglia.
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