È un dato di fatto: le band con voce femminile sono il trend metallico più estenuanti degli ultimi tempi : atmosfere malinconiche, synth e orchestrazioni che cesellano i brani, una vocalist dotata di un’eterea voce e di una discreta presenza: i Tedeschi Xandria sono l’incarnazione di questo genere musicale, peccato che producano una musica senza il minimo spessore, poco originale e banale: la loro proposta è quanto di più derivativo ascoltato ultimamente: un inutile collage fra Within Temptation e Evanescence, con qualche riferimento anche ai nostrani Lacuna Coil.

Per non parlare della voce: Lisa Schaphaus non solo non risulta emozionante, ma in alcuni frangenti è persino fastidiosa. I brani sono di una banalità spaventosa e presentano al loro interno la stessa identica struttura, cercando di seguire tutti gli stereotipi del metal melodico-sinfonico odierno, producendo un pessimo lavoro.

“Ravenheart” è il loro secondo album , dopo “Kill The Sun uscito nel 2003. Il cd si apre male con la scontatissima “Ravenheart”, introdotta da orchestrazioni pseudo-folk: è un mid-tempo incentrato completamente sulla suadente (eheh) voce della tedesca. Il primo singolo estratto dell’album. Poi tocca ancora ad un brano mediocre: “The Lioness”, giocato sull’alternanza di momenti più aggressivi ad altri più movimentati, con un bell’assolo nell’ intermezzo che mal si amalgama con il resto. In “Back To The River” la fanno da padrone le sonorità orientaleggianti, le melodie rubate a “The Silent Force” (Within Temptation) e i riff molto evanescenti (nu?) costruendo un pezzo tutto sommato sufficiente.

Tocca poi ovviamente alla ballatona di turno: “Everlsepping”, piena di influenze celtiche come da copione e tanto stucchevole da risultare insopportabile solo dopo qualche secondo. “Fire Of Universe” è un pezzo scontatissimo dove la voce della Schaphaus risulta davvero irritante. “Some Like It Cold” è un mid-tempo dotato di una discreta venatura epica ed emotiva. I synth svolgono il loro compitino con un minimo di cognizione di causa producendo una traccia piacevole. “Answer “ è un altro pezzo dignitoso. La sua apertura è affidata all’unione tra inserti elettronici e giro di chitarra. La voce di Lisa riesce quasi ad emozionare. “My Scarlet Name” è il pezzo più improponibile di tutto il cd : noiosa come non mai e Lisa è inascoltabile . “Snow-White” si apre con arrangiamenti orchestrali per poi continuare nella stessa strada percorsa nelle altre tracks. Nell’intermezzo la band prova ad inserire un po’ di potenza metallica come per dire: ”Ehi, anche noi siamo un gruppo Metal!”.
“Black Flame” segue la strada del precedente pezzo: le chitarre riprendono ad avere un ruolo importante producendo un pezzo tutto sommato divertente. “To Close To Breath” è un pezzo lento, lentissimo fino alla pazzia. Io ritengo che apparentemente i lenti siano brani semplici, in realtà oggi come oggi è difficile emozionare con un lento di qualità, e questo non è certo il caso della band teutonica. Il cd si chiude con la sufficiente “Keep To My Secret Well” incentrata su i riff di piano (sono il mio punto debole), che fanno tanto band Melodic Metal inserti elettronici di varia natura e un ritornello riuscito.

Non me ne vogliano i fan della band , ma a me il cd mi è sembrato soltanto più che mediocre, pieno zeppo di brani inconsistenti. Ovviamente questa è una visione soggettiva. Magari nei prossimi lavori riusciranno a migliorarsi ma per ora la mia valutazione non può andare oltre le 2 stelle.

Elenco tracce testi e video

01   Ravenheart (03:44)

Come to me, Ravenheart
Messenger of evil
Come to me. What´s the news?
Here I´m still left lonely

You shadow of forgotten dreams
You come to take away
My hope on your black wings

Of love & hate the singers tell
But I feel more, more of both,
More than heaven & hell.
I take a bow to destiny
Now I have really learnt my part
Once loving him, now hating love
I´ve made mistakes, my Ravenheart

Will I get back who I adore?
Thus spoke the raven: nevermore.

02   Too Close to Breathe (04:38)

03   Ravenheart (orchestra version) (03:33)

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